I frammenti scoperti nella sede in via Po. La certezza dopo le analisi svolte: non sono neanche di Mirella Gregori. I reperti risalgono a un periodo precedente al 1964, quando le due 15enne scomparse nel 1983 non erano ancora nate

Le ossa trovate nella sede della Nunziatura Apostolica di Via Po, a Roma, non sono di Emanuela Orlandi, né di Mirella Gregori. La certezza arriva dalle analisi svolte parallelamente dai laboratori dell'Università di Caserta in cui si sta lavorando per datare i resti, e da quelli della polizia scientifica, che a Roma sta cercando di arrivare al dna del defunto.

Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Francesco Dall'Olio, hanno ricevuto oggi la doppia notizia che i resti appartengono a un uomo e che risalgono a un periodo precedente al 1964, quando le due quindicenni romane scomparse nel 1983 non erano ancora nate.

La datazione effettuata dagli esperti dell'Università di Caserta è legata a quello che gli esperti chiamano il 'bomb effect': dopo il 1963, anno in cui sono stati firmati i trattati che vietavano i test nucleari nell'atmosfera, il livello del radio carbonio presente sui campioni organici è cambiato, e questo permette ai ricercatori di datare come precedenti a quell'anno i resti recuperati il 30 ottobre scorso. L'analisi è ancora parziale: per il momento sono stati analizzati parte del radio destro e della calotta cranica. La prossima settimana le verifiche proseguiranno su una parte di collagene, che si proverà ad estrarre da un molare, e che potrebbe fornire ulteriori dettagli sul periodo del decesso.

Sul fronte dna, invece, gli esperti della polizia scientifica hanno potuto estrarre un codice genetico che, seppur incompleto e non ancora utile al confronto, ha evidenziato la presenza del cromosoma Y che non lascia dubbi sul sesso maschile dello scheletro. "Noi aspettiamo gli esami genetici definitivi – fa sapere la famiglia Orlandi attraverso il proprio legale, Laura Sgrò -. Faremo le opportune valutazioni dopo averle sottoposte al nostro consulente".

Certo è che la notizia chiude, ancora una volta, le speranze delle famiglie di poter far luce sul mistero della scomparsa delle due ragazze. Considerata la conformazione, le ossa sembrerebbero esser appartenute a un adulto ma è ancora impossibile stabilire con certezza l'età che potrà esser definita solo con maggiori dettagli sulla mappatura genetica. Lo scheletro è uno solo, eccezion fatta per due piccolissimi frammenti che forse risalgono a periodi precedenti alla struttura principale, ed è privo degli arti inferiori. Delle gambe resta solo un pezzo di femore e, proprio da quello, si tenta di estrapolare il materiale genetico che ancora manca.

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