Roma, 2 mar. (LaPresse) – Non è stato sparato a bruciapelo il proiettile che ha colpito Daniele Lo Presti, il fotografo di 43 anni trovato morto il 27 febbraio sul lungotevere Portuense, in prossimità del ponte Testaccio, a Roma. E’ il risultato dell’autopsia effettuata sul corpo. La pistola che ha sparato non è una calibro 22, come ipotizzavano in un primo tempo gli inquirenti, ma una 7,65. Il colpo è partito da non meno di mezzo metro. Questo vuol dire, spiegano gli investigatori, che potrebbe essere partito da sessanta centimetri di distanza, ma non si può escludere, visto il tipo di alone che ha lasciato, neanche che sia stato sparato da dieci metri.

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