Cala l'inflazione, ma i prezzi aumentano in vista delle vacanze. Le città più care sono Bolzano e Milano, le regioni invece Toscana e Trentino

Nonostante un rallentamento dell'inflazione registrato a giugno, il Codacons lancia l'allarme 'caro-vacanze'. L'associazione dei consumatori segnala che, mentre le spese quotidiane rallentano, quelle straordinarie vengono alzate per l'arrivo dell'estate.

L'Istat conferma la stima preliminare che vede i prezzi, al lordo dei tabacchi, in calo dello 0,1% su base mensile e in aumento appena dell'1,2% rispetto a giugno 2016, dopo l'incremento dell'1,4% registrato in maggio. Il rallentamento dell'inflazione per il secondo mese consecutivo, spiega l'istituto statistico, si deve principalmente ai beni alimentari non lavorati e agli energetici non regolamentati, tra cui i carburanti, che decelerano rispetto al mese precedente, rispettivamente al +1,4% dal +3,8% i primi e al +2,9% dal +6,8% i secondi. Frena, in particolare, il carrello della spesa, ovvero i prodotti più acquistati dalle famiglie. A giugno i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, diminuiscono su base mensile (-0,7%) e crescono su base annua (+0,7%, da +1,6% di maggio).

Tuttavia i prezzi del trasporto aereo passeggeri registrano un incremento del 10,5% su maggio e del 22,7% su base annua, mentre nel settore del trasporto marittimo le tariffe crescono rispetto allo scorso anno del +36,3%, contro un +9,5% di quelle ferroviarie. Un pacchetto vacanza all'estero costa il 5,3% in più, e per campeggi e villaggi i prezzi sono più elevati del 5,5% annuo.  "Dall'istituto di statistica arriva la conferma del fenomeno 'caro-vacanze' che sta caratterizzano da settimane prezzi e tariffe in Italia", afferma in una nota il Codacons. "Si assiste a una fortissima crescita dei listini in tutto il comparto vacanze", spiega il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi. "Si tratta di aumenti sensibili che avranno effetti sulle tasche degli italiani alle prese con l'acquisto di pacchetti vacanza, viaggi e soggiorni durante il periodo estivo, realizzando una vera e propria stangata vacanze", conclude Rienzi. Tornando all'economia macro, il rallentamento dei prezzi non fa bene al debito pubblico dell'Italia. La bassa inflazione rende infatti più difficile il percorso di recupero. A maggio il debito, come segnalato oggi dalla Banca d'Italia, ha toccato un nuovo record a 2.278,9 miliardi, in aumento di 8,2 miliardi rispetto al mese precedente.

Resi noti anche i dati relativi all'inflazione dei capoluoghi di regione e delle regioni, in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la top ten delle città più care d'Italia e la classifica delle regioni più costose, in termini di aumento del costo della vita. "La classifica delle città con i maggiori rincari si confermano, come a maggio, Bolzano, Milano e Venezia. Bolzano, poi, è un caso ormai patologico ed è in testa alla classifica da anni. Dubito che gli abitanti siano contenti, anche perché, a suon di aumenti, il costo della vita diventa insostenibile per molte famiglie, a cominciare da quelle con redditi fissi. Rispetto alla media italiana, una famiglia di Bolzano ha un rialzo del costo della vita più che doppio. Per una famiglia di 4 componenti si ha una spesa supplementare su base annua di 1027 euro, contro una media per l'Italia di 455 euro" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

Secondo lo studio dell'associazione di consumatori, infatti, in testa alla classifica delle città più care, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano, dove l'inflazione dell'1,9% si traduce in una stangata aggiuntiva, per una famiglia di 4 persone, pari a 1027 euro su base annua. Segue Milano, dove il rialzo dei prezzi dell'1,5% determina un aumento del costo della vita pari a 770 euro e Venezia, dove l'inflazione dell'1,9% comporta un aggravio annuo di spesa di 765 euro In testa alla top ten delle regioni più costose, in termini di rincari, la Toscana, dove l'inflazione dell'1,6% significa, per una famiglia di 4 persone, una batosta pari a 670 euro su base annua. Segue il Trentino Alto Adige, dove l'incremento dei prezzi pari all'1,5% implica un'impennata del costo della vita pari a 650 euro e la Lombardia, dove l'inflazione dell'1,3% genera una spesa annua supplementare di 647 euro
 

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