Londra (Regno Unito), 18 giu. (LaPresse/Reuters) – Quasi 60 milioni di persone nel mondo sono state sfollate da conflitti e persecuzioni alla fine dello scorso anno, il numero più alto mai registrato. A farlo sapere è l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), nel suo rapporto annuale Global Trends Report. Oltre la metà delle persone fuggite dalle situazioni di crisi in Siria, Afghanistan e Somalia è composta da bambini. Nel 2014, ogni giorno erano in media 42.500 le persone che diventavano rifugiati, richiedenti asilo o sfollati interni. Il loro numero è quadruplicato in quattro anni, ha spiegato l’agenzia. “La risposta richiesta sta ora facendo chiaramente impallidire qualsiasi cosa mai vista prima”, ha dichiarato l’alto commissario Antonio Guterres.

IN SIRIA IL MAGGIOR NUMERO DI SFOLLATI-. La Siria, dove dal 2011 infuria un conflitto civile, è la maggiore fonte di sfollati interni e rifugiati. Alla fine dell’anno scorso, gli sfollati interni erano 7,6 milioni e i rifugiati almeno 4 milioni, in grand parte in Libano, Giordania e Turchia. “Anche in mezzo a questo drastico aumento nei numeri, la distribuzione globale dei rifugiati resta fortemente sbilanciata tra le nazioni più ricche e quelle meno ricche”, ha detto Guterres. Gli sfollati per conflitti all’interno dei confini nazionali erano 38,2 milioni, quasi cinque milioni in più rispetto all’anno precedente. A far salire il dato i conflitti in Ucraina, Sud Sudan, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo.

Dei 19,5 milioni di rifugiati che vivono fuori dal loro Paese, 5,1 sono palestinesi. Siriani, somali e afghani costituiscono più della metà degli altri 14,4 milioni di rifugiati, secondo i dati Unhcr. Inoltre, 1,6 milioni di persone ha chiesto asilo politico in un Paese straniero lo scorso anno, un incremento del 50% rispetto all’anno precedente. Ciò è in gran parte dovuto ai 270mila ucraini che hanno chiesto asilo in Russia.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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