Proseguono le ricerche dei dispersi dopo la tragedia di sabato a un miglio dall'Isola dei Conigli. Luigi Di Maio: "Dobbiamo lavorare per fare in modo che le imbarcazioni non partano più dalle coste libiche"

Proseguono le ricerche dei dispersi in mare dopo il naufragio di sabato a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli a Lampedusa. Sono stati recuperati i corpi di tre donne privi di vita dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. Altre due donne, anche loro annegate nel naufragio, sono state ritrovate a terra da personale della Guardia di Finanza.

Attualmente le condizioni meteo-marine permangono avverse e nelle ricerche resta impegnato un elicottero ed una motovedetta della Guardia Costiera. I dispersi sarebbero una ventina in tutto secondo i sopravvissuti. 149 le persone, fra cui un bimbo di un anno, tratte in salvo grazie all'allarme dato da due pescatori. La procura di Agrigento indaga per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo.

Le operazioni di soccorso condotte nel tardo pomeriggio di sabato dalle motovedette della Guardia Costiera erano state particolarmente difficoltose, non solo a causa delle proibitive condizioni del mare, con onde alte fino a 2 metri, ma anche a seguito dell’elevato numero di persone cadute in mare contemporaneamente.

Le motovedette della Guardia Costiera accorse sul punto si sono adoperate con ogni mezzo per poter trarre in salvo quante più persone possibili. Oltre a due soccorritori 'Rescue Swimmer', si è lanciato in mare anche il direttore di macchina della motovedetta CP 305 della Guardia Costiera. Nel frattempo gli equipaggi della Guardia Costiera rimasti a bordo, si sono prodigati ogni mezzo disponibile lanciando in mare salvagenti anulari, cime galleggianti, parabordi e qualsiasi altra cosa potesse permettere ai naufraghi di aggrapparsi e salvarsi dall’annegamento. Tra i primi a essere soccorsi anche un ipovedente.

Della tragedia ha parlato Luigi Di Maio. "Ieri sera ho sentito il ministro dell'Interno Lamorgese e in queste ore stiamo seguendo con grande apprensione quello che sta succedendo. Una cosa è certa: che noi dobbiamo lavorare per fare in modo che le imbarcazioni non partano più dalle coste libiche, da quelle tunisine e dal Nord Africa", ha dichiarato il capo politico del M5S Luigi Di Maio incontrando la stampa a Grammichele (Catania). "Ci stiamo lavorando con tutte le nostre forze – ha aggiunto – e non appena si saranno stabilizzate le realtà di governo di alcuni paesi del Nord Africa, non sto parlando della Libia, faremo dei viaggi. Io sto aspettando l'insediamento del nuovo governo tunisino per potere andare in Tunisia perché è da lì che sta partendo il maggior numero di migranti in questa fase. Vogliamo raggiungere un nuovo accordo con la Tunisia per riuscire ad evitare che partano imbarcazioni di fortuna soprattutto in questo periodo in cui si rischia la vita per via del mare in tempesta e allo stesso tempo lavorare sull'accordo dei rimpatri in modo da rimpatriarli più velocemente".

Intanto vicino alla costa della Sicilia orientale in condizioni di estrema difficoltà ci sono due navi umanitarie spagnole: la Open Arms con 73 persone e bordo e la Aita Mari con 78. Un porto sicuro sarà concesso anche a loro dice la ministra dell'interno, Lamorgese.

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