Roma, 24 dic. (LaPresse) – Valgono 2,5 miliardi di euro i cibi e le bevande consumati a tavola tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale che più di nove italiani su dieci (il 92 per cento) trascorreranno a casa con parenti o amici spendendo un 10 per cento più dello scorso anno. E’ quanto da una analisi della Coldiretti/Swg dalla quale si evidenza che appena il 3 per cento degli italiani andrà al ristorante o in trattoria mentre l’un per cento si recherà in uno dei ventimila agriturismi italiani dove più facilmente è possibile riscoprire i piatti della tradizione natalizia.

Si assiste – sottolinea la Coldiretti – ad una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio che si esprime sempre di più attraverso la preparazione delle ricette del passato che, nonostante i profondi cambiamenti negli stili di vita, rimangono fortemente radicati nella popolazione. Secondo l’indagine Coldiretti/Swg il 59 per cento degli italiani responsabili della preparazione dei pasti porteranno in tavola prodotti Made in Italy, il 23 per cento addirittura locali o a chilometri zero e l’11 per cento prodotti biologici mentre un 18 per cento guarderà alle offerte e al basso prezzo. Sulle tavole degli italiani aumenta quindi la presenza dei prodotti Made in Italy più tradizionali dal cotechino (+8 per cento) alle lenticchie (+14 per cento), dalla frutta di stagione (+15 per cento) allo spumante (+20 per cento) mentre crollano le mode esterofile del passato pagate a caro prezzo come ciliegie, pesche fuori stagione o ananas (- 3 per cento), caviale (- 2 per cento) e champagne (-1 per cento).

Insieme a spumante e panettoni tra i prodotti regionali piu’ gettonati – conclude la Coldiretti – ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata