Desio, 18 giu. (LaPresse) – I carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Monza hanno individuato e arrestato i tre responsabili dell’omicidio di Franca Lo Jacono, 61 anni, trovata agonizzante nel suo garage di via dei Mariani a Desio, in provincia di Monza e Brianza, nella notte tra sabato e domenica scorsa. La donna è morta prima che il 118 potesse soccorrerla. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Monza Manuela Massenz, hanno portato ad Antonio Giarrana, 29 anni, disoccupato, residente a Desio ma orginario di Ravanusa, in Sicilia, paese natale di Paolo Vivacqua, consuocero della vittima vicino ad ambienti mafiosi, ucciso a Desio il 14 novembre scorso. Ad aggredire la donna, con tanto di pistola e coltello, è stato anche Antonio Radaelli, 51 anni, ex autista, disoccupato, che abita solo in via Partigiani 1 a Desio, dopo la separazione dalla moglie. Il terzo membro della banda è Raffaele Petrullo, 33 anni, disoccupato, che abita con i genitori in via Aurora Paderno Dugnano. A tutti e tre sono stati contestati i reati di omicidio volontario aggravato, rapina aggravata. A Giarrana e Radaelli, che hanno materialmente aggredito e ucciso la donna, è stato contestato anche il resto di porto abusivo di armi.

A permettere ai carabinieri di individuare i tre presunti responsabili dell’omicidio della Lo Jacono è stata una traccia di sangue che portava dal garage della vittima fino all’ingresso posteriore dell’abitazione di Radaelli, in via Antico Pozzo a Desio. Lungo il percorso sono anche stati trovati il coltello con cui è stata aggredita la 61enne e la sua borsa. Poco distante è stata ritrovata anche l’auto del Radaelli, che i tre avrebbero utilizzato per raggiungere casa della vittima, nella vicina via dei Mariani.

Da un controllo negli ospedali della zona è emerso che Radaelli, probabilmente ferito durante la colluttazione con la Lo Jacono, si era fatto medicare nel pronto soccorso di Desio all’1.30 di sabato notte per una ferita di arma da taglio alla mano. Sentito dai carabinieri, l’uomo ha fornito un’alibi che non ha retto. Dal controllo dei suoi movimenti e delle sue telefonate è emerso che l’ex autista era in contatto con Petrullo, che si sarebbe limitato a fornire un appoggio logistico ai due complici. Le indagini hanno poi portato a Giarrana, il più giovane della banda, ritenuto dai miliatari l’ideatore dell’agguato.I tre, tutti incensurati, non erano noti alle forze dell’ordine. Secondo gli investigatori avrebbero scelto di aggredire la consuocera di Vivacqua perché pensavano di trovare nascosta a casa della donna un’importante somma di denaro, forse proveniente dal ‘tesoro’ dell’imprenditore 51 enne di origine siciliana, attivo nel commercio dei materiali ferrosi. Vivacqua, ex muratore, ucciso nel novembre scorso con un colpo di pistola nel suo ufficio a Desio, era partito dalla Sicilia senza soldi ma aveva presto fatto fortuna, tanto da girare in Ferrari e in elicottero. I tre figli dell’uomo, Antonio, Gaetano e Davide, sono stati arrestati nell’aprile scorso nell’ambito dell’operazione ‘Metalli Preziosi’ con al centro una maxi evasione da 600 milioni di euro legata proprio al settore del commercio di materiali ferrosi.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata