L'appello durante l'intervista a LaPresse: "Rafforzare i corridoi umanitari per vincere le tratte"

Venticinquemila migranti bloccati in Grecia stanno decidendo se, per fuggire dalla fame e dalle persecuzioni, rischiano meno la vita raggiungendo l'Italia attraverso il Canale d'Otranto o risalendo via terra, costeggiando i muri che sono stati costruiti in questi ultimi mesi. Intanto poche ore fa il comandante capo della Nato in Europa, Philip Breedlove, ha lanciato l'allarme: nel flusso quotidiano di rifugiati verso l'Europa ci sarebbero terroristi, criminali e foreign fighters. Un'affermazione che "rischia di danneggiare ulteriormente la dignità dei migranti", denuncia a LaPresse monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, braccio pastorale della Cei, che dalla nostra agenzia lancia un appello: "Rafforzare i corridoi umanitari per vincere le tratte".

 

La Puglia trema di fronte a una possibile ondata migratoria di proporzioni enormi. Cosa accadrà? Come verranno accolte queste persone?
 

La possibilità che si aprisse un altro canale di sbarco in Italia passando dall'Albania è diventata un'ipotesi possibile già da alcuni mesi, da quando cioè si sono chiuse tutte le altre frontiere e l'unica che rimaneva aperta era proprio quella che andava dalla Grecia all'Albania e da alcuni mesi si parlava della possibilità di questi sbarchi più numerosi rispetto agli scorsi anni. La Puglia attualmente ha una struttura di alcuni Cara nati per questo tipo di accoglienza. E' importante che le diverse Regioni del Paese siano capaci di ottimizzare le risorse e le possibilità di accoglienza. Perché al di là di coloro che passeranno in Albania con una Siria che è bombardata, con una situazione grave di instabilità, con tre milioni di persone che sono in Turchia e prima o poi si muoveranno è chiaro che occorre prevedere un'attenzione maggiore alle frontiere terrestri e non solo quelle del Mediterraneo, a queste nuove rotte, come quella pugliese che è stata sottovalutata negli ultimi mesi.

Come valuta il sistema attuale di accoglienza e smistamento in Italia?

Attualmente in Italia sono presenti e accolti 103mila richiedenti asilo e rifugiati, 10 per comune. Questo significa che dobbiamo rafforzare un sistema di richiedenti asilo che sia degno di questo nome e non lasciato all'improvvisazione come avvenuto negli ultimi anni.

E' di qualche ora fa l'allarme del comandante capo della Nato in Europa sulla possibile infiltrazione di terroristi tra i migranti. Come coniugare l'accoglienza con la sicurezza?

Questi allarmi, che ogni tanto si ripetono, di fatto non hanno mai avuto un riscontro reale. Gli attentati in Europa sono stati organizzati da cittadini europei, persone di seconda generazione e non da queste persone che sono arrivate. Pare che questo sia un allarme che rischia di non tutelare ulteriormente la dignità delle persone migranti e rifugiati, anche se dobbiamo certamente continuare a mantenere un'attenzione alle persone che sbarcano e a una identificazione che sia la più corretta e puntuale possibile.

Ha sbagliato a lanciare un appello allarmistico?

Affermazioni di questo genere, che sono nell'ordine della possibilità, devono trovare riscontro semmai in sistemi di sicurezza più puntuali e non nel diffondere un allarmismo che rischia di accrescere l'incapacità a costruire un sistema di accoglienza che sia degno di questo nome, per un Paese civile e democratico. Sarebbe il caso di rafforzare un sistema di comunicazione interna tra i 28 Paesi, cosa che non è avvenuta negli scorsi anni e rafforzare strumenti di sicurezza idonei in ordine all'identificazione di soggetti, ma non lanciare allarmi senza procedere a un dovere importante che riguarda sicurezza e identificazione.

 

La Chiesa ha già accolto 23mila rifugiati nelle sue strutture e diocesi, rispondendo all'appello di Papa Francesco, che oggi è tornato a chiedere ai fedeli di non dimenticare i migranti. Sarà chiamata a intervenire con un ulteriore sforzo?

 Già oggi una persona su quattro in Italia è accolta in una struttura ecclesiale. Le parrocchie, le comunità, gli istituti religiosi, un'associazionismo laicale, le famiglie stesse stanno continuamente e ancora dando disponibilità, ritrovando luoghi e quindiquesta rete di accoglienzasi sta allargando. La conferenza episcopale italiana sta facendo una ulteriore rilevazione per vedere come è cresciuta questa accoglienza e quali sono le storie nuove. La stessa Caritas italiana ha lanciato un progetto importante che riguarda 'rifugiato a casa mia' e che prevede anche mille persone nelle famiglie, credo che tutte queste iniziative che vedono protagonisti parrocchie, istituti religiosi e le nostre diocesi stanno segnalando in maniera profonda coome una democrazia si fonda sulla tutela di questo diritto e una comunità cristiana non puòdimenticare l'accoglienza come elemento fondamentale della sua identità.

Qual è l'appello di Migrantes all'Italia?

In questi giorni sono arrivate 24 famiglie con i corridoi umanitari. Il corridoio umanitario è una delle risposte più importanti a livello europeo e internazionale. Si potrebbe fare per vincere le tratte, per una maggior sicurezza, perché si controllerebbero tutte le persone alla partenza, per permettere a tante persone che fuggono da una situazione drammatica di fare un viaggio in sicurezza a tante persone che fuggono da una situazione drammatica di guerra, disastro ambientale e persecuzione politica e religiosa.

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