Il quadro dell'Italia delineato dal rapporto di Amnesty International pubblicato in occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani

 Razzismo, xenofobia e appello all'odio. Sgomberi forzati e discriminazione dei rom. Gestione repressiva del fenomeno migratorio. È il quadro dell'Italia delineato dal rapporto di Amnesty International La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019, pubblicato in occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Dopo mesi di stallo politico e istituzionale, scrive Amnesty per quanto riguarda l'Italia, "il nuovo governo insediatosi a giugno si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio. Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo". 

Grazie all'aiuto dei suoi attivisti, Amnesty International Italia ha documentato il massiccio ricorso da parte di alcuni candidati e partiti politici a stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti, identitari nel corso della campagna elettorale: durante le tre settimane prese in esame, più di un messaggio offensivo, razzista o discriminatorio all'ora è stato postato da alcuni candidati e moltiplicato dalla rete. Nel loro comunicato di novembre, i relatori speciali delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione in merito alla retorica razzista e xenofoba di alcuni politici in campagna elettorale che, secondo i relatori, incita all'odio e alla discriminazione e che sta alimentando un clima di crescente intolleranza, razzismo, e xenofobia nei confronti delle minoranze e di rifugiati e migranti. Questo clima, secondo gli esperti Onu, non può essere separato dall'aumento dei crimini d'odio.

Immigrazione e accoglienza. Il decreto sicurezza approvato dal Parlamento italiano contiene misure misure su immigrazione e sicurezza pubblica "che erodono gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti e avranno l'effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia, esponendole ad abusi e sfruttamento", si legge. Amnesty ricorda che "il decreto prevede tra le altre cose: l'abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari (che in via temporanea verrà concesso solo a persone che rientrino in una ridotta casistica di situazioni); il prolungamento del periodo di detenzione ai fini del rimpatrio nei Centri per i rimpatri, oltre alla creazione di una lista di cosiddetti 'paesi di origine sicuri' che, facilitando il rigetto delle domande di chi proviene da tali paesi, rischia di esporre queste persone a gravi violazioni dei diritti umani". Inoltre, scrive Amnesty, "il decreto preclude l'accesso al sistema di accoglienza e integrazione Sprar ai richiedenti protezione internazionale, che verranno alloggiati in grandi centri di accoglienza, riducendone le possibilità di relazione con la comunità ospitante". Il provvedimento è stato fortemente criticato in novembre da 10 relatori speciali delle Nazioni Unite, che hanno chiesto chiarimenti al governo sui rischi di violazioni identificati, nonché dalla società civile, dai Comuni e da molte realtà coinvolte nella tutela dei diritti umani e dei migranti. I relatori speciali delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione anche per i numerosi casi di criminalizzazione della solidarietà che hanno colpito molte organizzazioni non governative e individui impegnati in attività di salvataggio in mare, assistenza e accoglienza di rifugiati e migranti.

Gli sgomberi. "La linea dura dettata dal nuovo esecutivo sugli sgomberi, che si evince da una circolare ai prefetti diffusa in settembre e da alcune delle norme del decreto sicurezza, rischia di fare aumentare nel 2019 il numero di persone e famiglie lasciate senza tetto e senza sistemazioni alternative", ha sottolineato Amnesty nel giorno in cui Matteo Salvini si dice orgoglioso dello sgombero all'ex Penicillina a Roma. Amnesty ricorda che in Italia "gli sgomberi forzati sono continuati, colpendo soprattutto famiglie rom e gruppi di rifugiati e migranti, senza l'offerta di alternative abitative adeguate da parte delle autorità. In luglio, Amnesty International ha espresso preoccupazione per lo sgombero forzato di Camping River, a Roma, da parte delle autorità locali supportate dal ministro dell'Interno. La demolizione di Camping River ha lasciato decine di famiglie senza un tetto, nonostante la Corte europea dei diritti umani avesse temporaneamente bloccato l'operazione in attesa di conoscere a quali alternative abitative i rom residenti nel campo avessero accesso". "A Roma e in altre città – ricorda – migliaia di rom continuano a vivere segregati in campi monoetnici in condizioni abitative discriminatorie e inadeguate".

Le armi. Nel corso del 2018 è proseguita la fornitura di armi da parete dell'Italia a paesi in guerra come Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, attivi nel conflitto in Yemen. Tali esportazioni violano la Legge 185/90 e il Trattato internazionale sul commercio delle armi ratificato dall'Italia nel 2014. Lo denuncia Amnesty International, che continua a chiedere che il governo italiano si adoperi per un immediato cessate il fuoco in Yemen e per imporre un embargo sulle armi verso tutti i paesi appartenenti alla coalizione a guida saudita coinvolti nel conflitto. Le associazioni hanno avviato un'interlocuzione con tutti i gruppi politici svolgendo incontri e audizioni parlamentari.

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