Roma, 27 nov. (LaPresse) – La vicenda della Antonella Accrogliano’, la ‘dama nera’ dell’Anas arrestata per corruzione lo scorso 22 ottobre, fa emergere “preoccupanti infiltrazioni di associazioni di stampo mafioso nei gangli vitali della pubblica amministrazione, proprio nel settore delle infrastrutture di determinante importanza per lo sviluppo del Paese e soprattutto del Sud”. È quanto scrive il tribunale del riesame di Roma nelle motivazioni del provvedimento con cui sono state confermate le misure cautelari ad Accrogliano’ e altri quattro funzionari dell’Anas finiti in manette nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti emerso all’interno dell’azienda che rappresenta la maggior stazione appaltante d’Italia.

“La condotta dell’Accrogliano’ pone inquietanti prospettive investigative per i contatti della dirigente Anas con esponenti della ndrangheta – scrivono i magistrati – e costituisce senza dubbio un livello delinquenziale superiore a quello nel quale si pone la pur gravissima attività di corruzione”. Nel documento inoltre si ricordano i legami tra la ‘dama nera’ e i Grimoli che “sono saldamente inseriti in un quadro delinquenziale certamente preoccupante con evidenti contatti con organizzazioni mafiose calabresi”.

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