Città del Vaticano, 6 nov. (LaPresse) – E’ triplicato in quarant’anni nel mondo il numero di studenti iscritti nelle scuole e nelle università cattoliche. Era il 28 ottobre 1965, quando, nel corso del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI promulgava la dichiarazione ‘Gravissimum educationis’, incentrata sul diritto di ogni uomo all’educazione, sui mezzi al servizio dell’educazione cristiana, i diritti e i doveri dei genitori come primi educatori. Il numero di istituzioni cattoliche e quello degli studenti iscritti a frequentarle era molto diverso da quello attuale.

Nel 2012, dalle ultime rilevazioni effettuate, se si escludono i 6 milioni di studenti iscritti alle scuole materne, le scuole primarie e superiori e le università cattoliche accoglievano nel mondo quasi 58 milioni di studenti, con una crescita media dell’86% tra il 1971 e il 2012, che diventa del 300% per gli studenti iscritti alle sole università cattoliche.

Una crescita che a livello mondiale è stata caratterizzata, per le scuole primarie e secondarie, da un riequilibrio della popolazione studentesca: dai tradizionali presidi europei e nord americani, la popolazione degli iscritti alle scuole cattoliche è cresciuta anche in Africa e Asia.

Le università cattoliche invece, in questo lasso di tempo, hanno registrato una maggiore presenza di iscritti in tutte le parti del mondo, con punte di crescita di 47 volte superiori in Africa e più di 7 volte superiori in Oceania, America centrale e America del Sud.

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