Grosseto, 17 gen. (LaPresse) – Incastrato da una telefonata che non lascia dubbi. La lunga giornata del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, inizia con l’audio reso pubblico della drammatica conversazione avuta con il capitano della guardia costiera di Livorno, Gregorio Maria De Falco. Dalle parole emerge estrema concitazione che descrive una situazione in cui nulla pareva andare come previsto dalle procedure. Il comandante non si sarebbe trovato a bordo, la nave era nel caos e alcuni membri dell’equipaggio avrebbero fatto partire l’evacuazione prima dell’ordine ufficiale del comando, ordine arrivato con ritardo, fino a quanto ricostruito sinora dalle autorità, dal momento in cui lo scafo si è incagliato negli scogli al Giglio. L’ufficiale della capitaneria, Gregorio De Falco, ordina perentoriamente al comandante, che era già sceso, di ritornare sulla nave e coordinare l’evacuazione. Il capitano risponde che sarebbe tornato, ma a quanto emerso finora, pare che ,poi, non lo abbia fatto e si sia allontanato dalla Costa Concordia.

Ecco alcuni passaggi drammatici. Al telefono con Schettino dalla capitaneria c’è il comandante De Falco, da Livorno, che chiede: “Mi dica il suo nome?”. “Sono il comandante Schettino”, risponde il titolare del comando della Concordia. “Ascolti Schettino – intima De Falco – ci sono persone intrappolate a bordo, adesso lei va con la sua scialuppa sulla prua della nave, lato dritto. C’è una biscaggina (ndr. una scaletta che si usa nel mondo nautico, usualmente di corda e legno). Lei ci sale e va a bordo della nave e mi viene a dire quante persone ci sono. Le è chiaro? Io sto registrando questa comunicazione, comandante Schettino”. Il comandante della Costa risponde: “In questo momento la nave è inclinata”. De Falco lo incalza: “C’è gente che sta scendendo dalla biscaggina di prua. Lei quella biscaggina la percorre in senso inverso, sale sulla nave e mi dice quante persone ci sono e cosa hanno. Mi dice se ci sono bambini, donne o persone bisognose di assistenza. E me ne dice il numero di ciascuna di queste categorie. E chiaro?”. Attimi di silenzio da parte di Schettino. Allora De Falco avverte: “Guardi, Schettino, che lei si è salvato forse dal mare, ma io la porto… Veramente molto male e le faccio passare i guai. Vada a bordo, cazzo”. Il comandante con tono esitante dice: “Per cortesia”. “No per cortesia – lo interrompe l’ufficiale della capitaneria di porto – ora lei prende e va a bordo, mi assicuri che sta andando a a bordo”. Schettino si giustifica: “Io sto andando con la lancia dei soccorsi – dice il comandante della Concordia – sono sotto qua, non sono andato da nessuna parte. Sono qua”. “Che sta facendo comandante?” gli chiede De Falco. “Sono qua per coordinare i soccorsi” risponde Schettino. De Falco, con tono ormai impaziente, gli chiede: “Che sta coordinando lì?”. De Falco gli ordina: “Vada a bordo e mi coordini i soccorsi da bordo. Lei si rifiuta?”. “No, no non mi sto rifiutando” risponde Schettino. “Lei si sta rifiutando di andare a bordo comandante?” lo incalza De Falco, cercando di mettere il comandante davanti alle sue responsabilità. “No, ci sto andando” è la risposta di Schettino. De Falco a questo punto diventa sempre più pressante: “Mi dica i motivi per cui non ci va”. “Ci sto andando – ripete Schettino, accennando una spiegazione – perché ci sta l’altra lancia che si è fermata”. “Lei vada a bordo – dice De Falco – è un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni. Lei ha dichiarato l’abbandono nave. Adesso comando io. Lei vada a bordo. E chiaro?”. “Sto andando a bordo” dice Schettino. “Mi chiami immediatamente da bordo – intima De Falco – c’è il mio soccorritore lì”. “Dove sta?” chiede Schettino. “Il mio soccorritore sta a prua. Avanti Schettino, ci sono già dei cadaveri” incalza De Falco. “Quanti cadaveri ci sono?” chiede Schettino. “Non lo so, uno l’ho sentito. Me lo deve dire lei quanti cadaveri ci sono, Cristo” risponde De Falco. “Ma si rende conto che è buio e non vediamo nulla” replica Schettino. “E che vuole tornare a casa Schettino? Salga sulla prua della nave tramite la biscaggina e mi dica cosa si puo fare quante persone ci sono e che bisogni hanno. Ora”, ordina tassativamente De Falco. “Sono assieme al comandante in seconda, qui” dice Schettino. “Salite tutte e due allora. Lei e il suo secondo salite a bordo, ora è chiaro?” dice De Falco. “Io voglio salire a bordo, semplicemente che l’altra scialuppa qua si è fermata ed è alla deriva – insiste Schettino – adesso sto chiamando altri soccorritori”. “Lei è un ora che mi sta dicendo questo. Adesso va a bordo, va a bordo e mi viene subito a dire quante persone ci sono” ordina nuovamente De Falco. “Va bene comandante, sto andando”, è la risposta di Schettino. “Vada subito” gli intima ancora De Falco.

Sarà la magistratura ad accertare quale sia stato il comportamento di Schettino, che è stato sentito dal tribunale di Grosseto ed è accusato di aver provocato l’incidente che ha causato la morte di undici persone e di aver abbandonato la nave prima che tutti i passeggeri fossero portati in salvo. Il suo avvocato, Bruno Leporatti, ha affermato che Schettino ha risposto a tutte le domande del gip durante l’udienza di convalida del fermo e ha spiegato le sue scelte e i suoi comportamenti. Inoltre il comandante ha insistito sul fatto che dopo lo schianto iniziale sulla scogliera ha fatto manovra con la nave vicino alla costa in modo che ha “salvato centinaia se non migliaia di vite”. In serata, verso le 20, è arrivata la decisione del gip di Grosseto, che ha disposto gli arresti domiciliari per il capitano della Costa Concordia. “Il giudice – ha spiegato Leporatti – non ha convalidato il fermo disposto dal pm e ha applicato la misura cautelare ai domiciliari”. Schettino, quindi, appena verrà notificato il dispositivo potrà lasciare il carcere di Grosseto e tornare nella sua casa di Meta, in provincia di Napoli dove sconterà i domiciliari. Intanto si attendono gli esiti degli esami tossicologici ai quali si è sottoposto dopo la richiesta del procuratore. I risultati delle analisi su urine e capello arriveranno nei prossimi giorni.

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