Autostrade: "Lavoreremo in squadra con Fincantieri". E l'archistar illustra il progetto: "Lo faremo in acciaio"

Per il crollo del Morandi la procura indaga venti persone

Mentre prosegue l'inchiesta sul crollo del Morandi, per il quale sono indagate 20 persone, Genova guarda avanti e pensa al ponte del futuro. "Abbiamo chiesto di venire ad Autostrade che dovrà collaborare sulla demolizione e la ricostruzione e Fincantieri, che è anche una eccellenza ligure e genovese, lavorerà un cantiere genovese, un pezzo della storia città. Ci saranno accordi privatistici per la costruzione del manufatto. La priorità per noi è costruire rapidamente il ponte alla città. Affinché la città riabbia la sua completa viabilità. Siamo certi che entro ottobre-novembre dell'anno prossimo si avrà un ponte sulla Polcevera", assicura Giovanni Toti, governatore della Liguria, in conferenza stampa, dopo il vertice in Regione con Autostrade, con Fincantieri e Renzo Piano

"L'unica società titolata ad aprire il cantiere – sottolinea – è società Autostrade. Rispetteremo le leggi della Repubblica italiana, che se cambieranno ci adegueremo. Rispettiamo le leggi in vigore oggi. La procura ha sequestrato il ponte, non appena sarà dissequestrato rientrerà nella disponibilità di Autostrade e che secondo obblighi di legge deve rimettere in funzione l'infrastruttura nel più breve tempo possibile".

 

La stessa società si dice fiduciosa: "E' stata una riunione importante, perché abbiamo verificato che dal giorno della tragedia nessuno è rimasto senza pensare come fare un ponte in cui Genova si riconosca. Stamattina abbiamo conosciuto meglio l'idea di Piano. Dalla riunione di stamattina è nata una squadra per fare al meglio cio' che Genova aspetta: una soluzione, rapida e di qualità. Lavoreremo in squadra con Fincantieri e troveremo le modalità tecniche e amministrative per consolidare il concetto di squadra. Lavorare con l'architetto Piano è un privilegio".

Proprio l'archistar passa poi ad illustrare il suo lavoro. "Da agosto non ho pensato ad altro dopo che Toti e Bucci mi hanno chiesto un contributo, in queste tre settimane un lavoro fatto con l'idea di muoversi con rapidità. Per fare un ponte che deve durare mille anni, sarà credo un ponte di acciaio. Perché l'acciaio ha livelli di protezione eccellenti. Deve essere solido, semplice, ma non nel senso della banalità. Genova ha un carattere ritroso e pudico: deve avere le qualità della normalità, semplicità e durata, ma deve aiutare a  elaborare il lutto terribile". "I muri – prosegue – non si devono costruire e se ci sono vanno demoliti, ma un ponte non deve crollare. C'è il cordoglio, che dura un po' di tempo, ma poi deve trasformarsi, elaborare un lutto. Si metabolizza".

"Mille anni non è una metafora", precisa Piano, che aggiunge: "Il ponte deve avere una magia genovese, diversa, non di gestualità scomposte, ma di qualità, di cose ben fatte".

Sul nome del ponte, l'architetto frena: "Per il momento lo chiamerei il ponte, non è un ponte, ma il ponte". "Non si fa un monumento ai caduti – prosegue – il ricordo sarà la presenza del ponte, lo dico con rispetto, bisogna trasformare il lutto in qualcosa di più sottile che ti appartiene, il lutto diventa la tua essenza. E' delicato farlo, ma lo faremo".

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