Genova, 9 mag. (LaPresse) – Proseguono a quasi 36 ore dal disastro le ricerche delle due persone che ancora risultano disperse dopo l’incidente nel porto di Genova. Si tratta di Giovanni Iacoviello e Francesco Cetrola, due sottoufficiali della guardia costiera. In campo ancora i sommozzatori dei vigili del fuoco, con l’appoggio di carabinieri, polizia, esercito e guardia di finanza. Le probabilità di trovarli vivi appaiono sempre più scarse. Le operazioni, ha spiegato ieri il procuratore Michele Di Lecce sono “molto complesse” perché “la struttura è piena di ferro e legami, perciò l’intervento di prelievo e asporto non si può fare semplicemente con una gru”.

BILANCIO DI 7 MORTI E 4 FERITI. Il bilancio della tragedia resta al momento di 7 morti e 4 feriti.

INDAGATI IL COMANDANTE E IL PILOTA. Due gli indagati: il comandante della Jolly Nero, Roberto Paoloni, e il pilota salito a bordo per le manovre da effettuare in porto, Antonio Anfossi. Sono accusati di omicidio colposo plurimo. “Ma stiamo valutando – ha precisato Di Lecce – anche altre ipotesi di reato. In particolare l’ipotesi di attentato alla sicurezza dei trasporti”. E altre persone, ha aggiunto, potrebbero essere iscritte nel registro degli indagati. La procura ha acquisito il Vdr (la scatola nera installata sulle imbarcazioni) per ricostruire i fatti: “In questo momento non si può seriamente parlare di responsabilità perché bisogna prima ricostruire i fatti”, ha detto Di Lecce, sottolineando che solo “una volta ricostruiti i comportamenti” sarà possibile stabilire le responsabilità. In particolare si sta cercando di verificare se il disastro sia stato causato da un errore umano o da un problema alle strumentazioni.

INCHIESTA TECNICA. Anche il ministero dei Trasporti, ha annunciato il ministro Maurizio Lupi riferendo alla Camera sul disastro, ha aperto una inchiesta, i cui esiti saranno resi noti appena possibile. “Non si è ancora in grado di stabilire le cause”, ha spiegato, sottolineando che nel 2012 nel porto di Genova sono transistate 6.600 navi con 14mila operazioni di manovra e che dal 2008 vi sono stati effettuati investimenti in ammodernamenti e sicurezza per 500 milioni di euro e “dalla stessa data non si erano più verificati incidenti”.

GIORNATA DI LUTTO. Intanto la città si stringe intorno alle famiglie delle vittime e dei dispersi. Una giornata di lutto è stata dichiarata per oggi, con bandiere a mezz’asta in tutta la città. Ieri il premier Enrico Letta è stato a Genova per visitare i feriti in ospdale. “Sono qui – ha spiegato – soltanto per portare la solidarietà del Paese interno alla città di Genova, e naturalmente la vicinanza ai feriti e alle famiglie delle vittime. Sono stato in ospedale a visitare i feriti”. “E’ una tragedia immane – ha proseguito – credo che non ci sia altro da aggiungere in questo momento”. Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso “i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese, e rimane in trepida attesa per la sorte dei dispersi”.

LE VITTIME. Ecco i nomi delle vittime finora accertate del disastro al porto di Genova: Marco De Cardussio, 37 anni, sottoufficiale della guardia costiera; Sergio Basso, operatore radio dei Rimorchiatori di Genova, civile; Maurizio Potenza, operatore radio piloti Genova; Davide Morella, 33 anni, guardia costiera; Michele Robazza, 31 anni, pilota del porto; Daniele Fratantonio, 30 anni, guardia costiera; Giuseppe Tusa, guardia costiera. Scampato per un cambio turno Bruno Prinz, operatore radio piloti, che aveva dato un cambio turno a Maurizio Potenza, finito al suo posto nella lista delle vittime. “Dovevo essere lì – racconta – perché era il mio turno. Sono disperato”.

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