Dei ragazzi torinesi non si avevano notizie da martedì 7 agosto, dopo che la mattina erano partiti nella zona dei Grands Montets

Il corpo di uno dei tre alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco è stato recuperato venerdì e quelli dei suoi compagni sono stati localizzati. Si tratta di Luca Lombardini, 31 anni, di Orbassano, che da martedì era disperso con la fidanzata, Elisa Berton di 27 anni, e con il fratello minore Alessandro, di 28 anni. Il corpo del 31enne è stato recuperato dai soccorritori della géndarmerie di Chamonix e della guardia di finanza di Courmayeur e Bardonecchia in fondo a un crepaccio nella zona della Petite Aiguille Verte nel primo pomeriggio.

La salma è stata portata a Chamonix, dov'è avvenuto il riconoscimento ufficiale. I corpi degli altri due escursionisti, verosimilmente morti anche loro, sono stati individuati in fondo a un crepaccio, ma non sono stati né visti ne raggiunti. "Sono probabilmente sepolti sotto rocce e ghiaccio in una zona di alcune decine di metri quadrati di estensione", ha dichiarato un soccorritore. Gli alpinisti potrebbero aver fatto un volo di 350 metri ed essere stati travolti da ghiaccio e pietre. Erano legati in cordata, e la corda è stata tagliata per recuperare il corpo di Luca Lombardini, ha fatto sapere la prefettura. Il cadavere è stato trovato all'una ai piedi del picco Aiguille Verte, dal lato di Argentiere.

"I tre alpinisti si muovevano su un crinale a 3.400-3.500 metri ed è probabile che siano scivolati e precipitati insieme", ha riferito la Gendarmerie. Oltre ai gendarmi, una dozzina di uomini, tra cui sei soccorritori italiani della Val d'Aosta, erano andati a cercarli nella zona del picco dei Grands Montets, assistiti da un elicottero della Protezione Civile e da un drone. Le operazioni di recupero si sono interrotte nel tardo pomeriggio e riprenderanno sabato mattina a cura del Peloton de gendarmerie d'haute montagne di Chamonix. La morte dei tre alpinisti porta a 15 il numero delle persone decedute sul Monte Bianco durante la stagione dell'arrampicata di quest'anno, dopo che 14 persone sono morte e altre due sono state dichiarate disperse lo scorso anno. Il sovraffollamento ha aumentato i rischi per i circa 300 alpinisti che tentano ogni giorno di raggiungere la vetta. Lo scorso mese le autorità hanno iniziato a limitare l'accesso sulla via più popolare, rifiutandolo a chi non abbia prenotato al rifugio del Goûter. Ha contribuito al pericolo anche l'ondata di caldo, che ha aumentato lo scioglimento dei ghiacci e reso così le vie più instabili.

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