Roma, 19 nov. (LaPresse) – Arriva oggi in Cassazione il processo Eternit. Il 3 giugno 2013 era stata emessa la sentenza di appello dalla Corte d’Assise di Torino: 18 anni di carcere al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato alla sbarra, dopo la morte poche settimane prima del barone belga 92enne Louis De Cartier De Marchienne. L’udienza inizierà intorno alle 10 ma è già numeroso il presidio delle associazione familiari vittime amianto in piazza Cavour. Il gruppo più numeroso, composto da circa un centinaio di persone, è quello di Casale Monferrato, città in provincia di Alessandria ampiamente colpita dal disastro dell’amianto, che ospitava uno degli stabilimenti Eternit in Italia. Gli altri si trovavano a Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). “Avete ucciso la nostra gente non ucciderete la nostra memoria”, recita uno striscione esposto di fronte al ‘Palazzaccio’.

“Siamo venuti qui – spiega la signora Maria, partita ieri sera dal Piemonte – perché siamo in trepidazione. Attendiamo una sentenza che speriamo sia giusta per i nostri defunti. L’amianto ha ucciso lavoratori e non, anche dei cittadini sono morti”. Difficile che la sentenza possa arrivare oggi, ma cosa si aspetta? “Il cuore batte anche per qualcosa di più dell’appello, è un verdetto importantissimo per la tutela del lavoro che non c’è stata e non c’è ancora in tanti posti del mondo. Questo deve muovere i sentimenti e non solo il dio denaro”.

In piazza anche tante delegazioni straniere. Dall’Inghilterra – da Manchester, Nottingham, Birmingham – sono arrivati una ventina di rappresentanti dell’associazione vittime dell’amianto. La signora Mary ricorda il marito Doyle, morto a 67 anni dopo una vita in fabbrica. “La giornata di oggi è importantissima per tutti”, assicura. Rivendica una sorta di triste primato Arianne, membro dell’associazione vittime della Svizzera francese. “L’eternit è iniziato in Svizzera, se la sentenza non sarà oggi la aspetteremo in Svizzera, ma è davvero importante”. Presente in piazza anche una delegazione proveniente dal Brasile. “Siamo in 16 – spiegano – facciamo parte dell’Abrea, l’associazione brasiliana delle vittime per l’amianto. Con noi c’è anche il deputato Martins”. In Brasile, raccontano, “ci sono ancora fabbriche di eternit a Osasco, vicino San Paolo e tante miniere di amianto”. Tante la bandiere tricolori, con l’ormai celebre scritta: ‘Eternit: giustizia!’.

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