di Giuseppe G. Colombo

Roma, 2 gen. (LaPresse) – L’incubo è finito. Dopo 38 giorni di ricovero all’Istituto Spallanzani di Roma, Fabrizio Pulvirenti, medico di Emergency, è guarito dal virus ebola che aveva contratto in Sierra Leone. Un’odissea che sembrava non finire più e che pochi giorni dopo l’arrivo e il ricovero in Italia aveva fatto temere il peggio. “Ho avuto paura, sarebbe folle affermare il contrario”, ha raccontato il medico nel corso della conferenza stampa allo Spallanzani, dove è stato dato l’annuncio della sua guarigione. Tuta grigia, un corpo segnato dalla malattia, il medico catanese ha raccontato il suo lungo calavario: “Dopo i primi giorni, durante i quali cercavo di analizzare ogni minimo sintomo in modo sistematico, c’è stato un giorno in cui la luce della coscienza si è spenta: di due settimane non ricordo nulla”.

Una lunghissima permanenza per Pulvirenti, circondato dall’affetto del personale dello Spallanzani, che non l’ha abbandonato per un solo minuto. Ora che la brutta avventura è finita, Pulvirenti ha le idee chiare sul suo futuro: ritornare in Sierra Leone. Tra gli ammalati di ebola per “concludere” il lavoro iniziato mesi fa. “Devo prima di tutto ricostruire il mio tono muscolare, successivamente valuterò quando tornare”, ha risposto il medico alle domande dei giornalisti. Prima del suo ritorno in Sierra Leone, Fabrizio contribuirà ancora alla lotta contro l’ebola in Africa: donerà il suo sangue, che ha sviluppato gli anticorpi, per l’immunoterapia che sarà messa in piedi per gli ammalati.

Per il ministro Lorenzin, intervenuta alla conferenza stampa, la guarigione di Pulvirenti è “la dimostrazione di quello che sappiamo fare”. “L’Italia comincia bene l’anno con una bellissima notizia”, ha aggiunto Lorenzin. Ora che l’incubo è finito, Fabrizio ritornerà dalla sua famiglia, ma quello con la Sierra Leone è un appuntamento rinviato ancora per poco.

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