Roma, 18 set. (LaPresse) – “Quanti soldi ho dato a Penati? Non sono importanti 500mila euro più o meno, siamo sui 3 milioni-3 milioni e mezzo di euro nel corso dei 10 anni che abbiamo vissuto assieme”. Così l’imprenditore Piero Di Caterina, principale accusatore di Filippo Penati nell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti nell’ex area Falck, torna a parlare in un’intervista alla trasmissione di Lucia Annunziata ‘In mezzora’. Secondo Di Caterina, però, non si trattava di “mazzette” ma di “finanziamenti” e spiega: “In ogni caso ho ricevuto cifre molto molto basse per giustificare questi donazioni. Nel 1997 ho vinto una gara a Cinisello Balsamo, però l’aiuto che ho avuto è stato quello di una gara regolare ed io la vinco”. E Di Caterina accusa anche Giorgio Odrini, attuale sindaco di Sesto: secondo lui “il sistema è continuato con il sindaco Oldrini”. L’imprenditore ci tiene a specificare di non aver corrotto nell’era Penati: “Non c’è mai stata concussione. Nell’era Oldrini a Busto, con Alessandrini a Segrate e a Milano con Atm io ho solo prestato soldi. Nella questione Penati io ottengo parte dei miei quattrini da un altro imprenditore che invece paga una tangente. Io gli presto i soldi e mi ritornano da un imprenditore sestese per 1 milione 200 mila euro, poi una difficoltà e Penati mi presenta l’altro imprenditore che avrebbe dovuto compare un mio immobile”, e aggiunge “io finanzio con prestiti e recupero i prestiti attraverso delle tangenti”. Di Caterina non crede che siano state le cifre pagate da lui a finanziare il Pd a livello nazionale: “a vittima nel caso specifico non sono io, ma l’imprenditore Pasioni di Sesto San Givanni. Non sono stato spremuto da Penati, la vittima è Pasini – aggiunge Di Caterina – io ho versato quattrini a Penati per sue le esigenze nella politica, ma ritengo che fossero sufficienti per Sesto e Milano, non per andare a Roma”. Nessun dubbio per l’imprenditore sulle tangenti alle coop: “Le Coop arrivano a Sesto San Giovanni con il recupero di aree dismesse. Sono sempre presenti sul territorio ed anche in questo caso ho saputo di tangenti fra Pasini e le Coop”. Alla fine dell’intervista rilasciata all’Annunziata, Piero Di Caterina spiega: “Se mi auguro nuova tangentopoli? Me la auguro, così come spero di poter tornare a lavorare senza la ghigliottina della corruzione sul collo, una ghigliottina che può cadere da un momento all’altro. Spero che questa vicenda faccia venire fuori un sistema di malaffare che c’è in Italia dove pochi ladri danneggiano 50 milioni di italiani. E’ una situazione che ci danneggia tantissimo in questo momento, ora ci potrebbe essere qualche miglioramento”.

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