Città del Vaticano, 17 nov. (LaPresse) – In tempi di “crisi economica”, che “sottrae risorse alla tutela della salute”, “ospedali e strutture di assistenza debbono ripensare il proprio ruolo per evitare che la salute, anziché un bene universale da assicurare e difendere, diventi una semplice ‘merce’ sottoposta alle leggi del mercato, quindi un bene riservato a pochi”. Lo ha detto papa Benedetto XVI nel corso dell’udienza ai partecipanti alla XXVII Conferenza internazionale organizzata dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari sul tema ‘L’Ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e spirituale’. “Non può essere mai dimenticata – ha detto il Santo Padre – l’attenzione particolare dovuta alla dignità della persona sofferente, applicando anche nell’ambito delle politiche sanitarie il principio di sussidiarietà e quello di solidarietà”.

“E’ auspicabile – ha aggiunto il pontefice – che il linguaggio della ‘scienza cristiana della sofferenza’ – cui appartengono la compassione, la solidarietà, la condivisione, l’abnegazione, la gratuità, il dono di sè – diventi il lessico universale di quanti operano nel campo dell’assistenza sanitaria”. Benedetto XVI ha poi spiegato che oggi “se da un lato, a motivo dei progressi nel campo tecnico-scientifico, aumenta la capacità di guarire fisicamente chi è malato, dall’altro appare indebolirsi la capacità di ‘prendersi cura’ della persona sofferente, considerata nella sua integralità e unicità. Sembrano quindi offuscarsi gli orizzonti etici della scienza medica, che rischia di dimenticare come la sua vocazione sia servire ogni uomo e tutto l’uomo, nelle diverse fasi della sua esistenza”.

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