Isola del Giglio (Grosseto), 16 set. (LaPresse) – Il raddrizzamento della Costa Concordia si articola in tre fasi. La prima è quella più delicata: il relitto poggia attualmente su due speroni di roccia che hanno in parte penetrato la scavo, impedendo il suo scivolamento lungo la scarpata marina nel mare profondo. Queste rocce potrebbero opporre una parziale resistenza alla rotazione, forzando e trattenendo le lamiere. Per questo l’operazione di disincaglio dovrà essere lenta e con l’applicazione graduale di carichi. La rotazione del relitto proseguirà poi esercitando una tensione con i martinetti e le catene. Quando la Concordia sarà stata ruotata di circa 20 gradi rispetto alla posizione iniziale i cassoni raggiungeranno il livello del mare. Entrando in acqua, questi galleggianti d’acciaio eserciteranno prima una spinta frenante, riducendo la velocità di rotazione, e poi inizieranno a riempirsi di acqua attraverso valvole azionate a distanza. Ce ne sono due per cassone. In questo modo eserciteranno una spinta verso il basso fino a quando il relitto sarà poggiato sulle sei piattaforme subacquee appositamente create. La nave ha per due terzi un fondo piatto, largo nel tratto più ampio trenta metri, il quale costituirà una buona base di appoggio. Al termine il relitto poggerà sul falso fondale a circa 30 metri di profondità.

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