Roma, 19 dic. (LaPresse) – “Lo sport è di casa nella chiesa e questo incontro ne è la prova. Festeggiamo insieme il vostro centenario, un anniversario importante per lo sport italiano. Da 100 anni Il Coni promuove, organizza e guida lo sport in Italia non solo in funzione delle Olimpiadi avvenimento planetario ma valorizzandone anche la dimensione sociale, educativa e culturale tramite i principi cardine della carta olimpica che ha fra i suoi principali scopi la centralità della persona, la difesa dei diritti umani e la costruzione di un mondo migliore senza guerre e tensioni educando i giovani tramite lo sport senza discriminazioni in spirito di amicizia solidarietà e lealtà”. Lo dice Papa Francesco nel suo discorso al termine della Messa degli Sportivi nella Basilica di San Pietro. “Da sempre lo sport ha favorito l’universalismo fra popoli, pace fra nazioni e rispetto della diversità – aggiunge – Ogni evento sportivo soprattutto quello olimpico può diventare un tramite di forza capace di aprire vie nuove ed a volte insperate nel superamento dei conflitti”.

“Il motto olimpico ‘Citius, altius, fortius’ – dice ancora il Pontefice – non è un incitamento alla supremazia di una nazione sull’altra, di un popolo su un altro popolo, e nemmeno all’esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi”. Bergoglio poi invita “a continuare su questa strada. Incoraggio il lavoro educativo che fate nelle scuole, come pure quello nel mondo del lavoro e della solidarietà, per favorire uno sport accessibile a tutti, attento ai più deboli e alla fasce più precarie della società; uno sport inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all’utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità.

“So che il Coni per primo, imitato sempre più da altri Comitati nazionali, ha accolto nella sua organizzazione la figura del Cappellano Olimpico – conclude il Papa – È una presenza amica che vuole manifestare la vicinanza della Chiesa anche nello stimolare negli sportivi un forte senso di ‘agonismo spirituale’. Infatti ci sono alcune parole tipiche dello sport che sono riferibili alla vita spirituale. Lo hanno capito anche i Santi che hanno saputo interpretare la passione, l’entusiasmo, la costanza, la determinazione, la sfida e il limite con lo sguardo proiettato verso un oltre, oltre sé stessi verso l’orizzonte di Dio”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: