Catania, 3 lug. (LaPresse) – I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro dei beni emesso dal tribunale di Catania, su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica, nei confronti di Ferdinando Bonanno, imprenditore emerso nell’ambito dell’indagine Iblis poiché legato ad esponenti apicali della famiglia di cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano. Il provvedimento deriva dalla indagine Iblis, che ha verificato come Bonanno avesse tessuto rapporti con le cosche mafiose al fine di trarre vantaggio per una sua attività imprenditoriale. Il sequestro messo in atto dal Ros riguarda il 6% delle quote azionarie della Eurospin Sicilia Spa intestate a Bonanno fino alla data del suo decesso, avvenuto il 23 marzo 2014, e attualmente riconducibili agli eredi.

Nell’ambito dell’indagine Iblis è emerso il particolare legame che Bonanno aveva con i fratelli Vincenzo e Alfio Aiello, il primo all’epoca rappresentante provinciale della famiglia mafiosa Santapaola, nonché con Rosario Di Dio, esponente di cosa nostra nel territorio di Ramacca e Palagonia.

Attraverso i fratelli Aiello, Bonanno si metteva a disposizione della cosca agrigentina, al tempo rappresentata dall’allora latitante Giuseppe Falsone, per l’apertura di nuovi punti vendita in quel territorio. L’avvicinamento da parte dell’imprenditore è stato sfruttato da Falsone che riferiva della questione l’allora capo di cosa nostra Bernardo Provenzano per il rispetto delle regole circa la competenza territoriale, cercando di scalfire il progetto di espansione nell’agrigentino di altra catena di supermercati promosso da Matteo Messina Denaro.

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