"Il paese - aggiunge il presidente - ha sete di giustizia, efficienza, legalità ed efficacia della giurisdizione"

 "Il paese ha sete di giustizia, efficienza, legalità ed efficacia della giurisdizione. Chiede che la legge venga applicata in modo uniforme e rapido e che tutti abbiano un uguale trattamento in casi simili o analoghi". Così il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, nella sua relazione che dà avvio all'anno giudiziario in Cassazione. "L'indipendenza e l'autonomia non appaiono come una prerogativa o privilegio dei magistrati, bensì come la garanzia dei cittadini in uno Stato di diritto per l'applicazione equa e imparziale del diritto e per l'uguaglianza di essi dinanzi alla legge" ha aggiunto Canzio.

CLANDESTINITA'. Il reato di immigrazione clandestina, per quanto riguarda "la risposta sul terreno del procedimento penale, si è rivelatata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa, mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo ammministrativo, sino al più rigorso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti", ha precisato il Canzio.

Sarebbe auspicabile, per il primo presidente della Cassazione che "il legislatore evitasse di intervenire sul tessuto normativo con modifiche troppo frequenti, spesso ispirate a logiche emergenziali poco attente ai profili sistematici dell'ordinamento".

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