I giudici si sono ritirati in camera di consiglio, il verdetto è atteso in serata

E' il giorno della verità per Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Bossetti ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio per la sentenza. La 13enne è scomparsa da Brembate di Sopra il 16 novembre 2010 ed è stata ritrovata cadavere tre mesi dopo in un campo di Chignolo d'Isola. Il pm Letizia Ruggeri ha chiesto per Bossetti una condanna all'ergastolo con 6 mesi di isolamento diurno. 

"Ho sempre detto che è impossibile che il Dna" sul corpo di Yara "sia il mio, non solo perché non l'ho uccisa ma perché non l'ho mai nemmeno conosciuta", ha ribadito Massimo Bossetti in aula, dicendosi "certo che ci sia stato un errore" nell'analisi di laboratorio irripetibile che ha permesso di rilevare la traccia genetica sugli slip della ragazzina e, in un secondo momento, di risalire a lui. "Se fossi l'assassino – ha aggiunto – sarei un pazzo a chiedere di  ripetere il Dna. Un colpevole non lo chiederebbe mai" perché "potrebbe eliminare tutti i dubbi e schiacciarmi alle mie responsabilità. E invece io vi supplico, vi imploro di fare questa verifica" che permetterebbe di "fare luce sull'intera vicenda". I legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, però, non hanno mai chiesto nel corso del dibattimento (ma solo davanti al Tribunale del Riesame, che hanno rigettato l'stanza) di ripetere l'esame della traccia G20, che ha portato a scoprire il profilo di Ignoto 1 e poi di arrivare a Bossetti. I legali hanno chiesto unicamente una perizia per verificare come il Dna sia stato estratto nei laboratori del Ris a Parma.

I giudici si sono ritirati in camera di consiglio per emettere la sentenza; il verdetto, ha detto la presidente Antonella Bertoja, è atteso non prima delle 20.

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