Milano, 29 apr. (LaPresse/AP) – Le ferite sul corpo di Meredith Kercher mostrano che, quando fu uccisa, fu aggredita da diverse persone. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza del processo, depositate oggi dalla Corte d’appello di Firenze. Secondo i giudici, che a gennaio hanno dichiarato colpevoli Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio della studentessa 21enne nel 2007, Amanda e Meredith litigarono per motivi di denaro la notte della morte. La pubblicazione della sentenza di 337 pagine apre la via al ricorso di appello in Corte di cassazione. Se le condanne saranno confermate, è prevista una lunga battaglia per l’estradizione di Knox, tornata nel 2011 negli Stati Uniti quando la sua precedente condanna fu annullata.

Secondo i giudici, la terza persona condannata, Rudi Hermann Guede, non agì da sola. Almeno due coltellate furono inferte alla studentessa britannica, si legge, e c’erano impronte sul corpo che mostravano era stata tenuta ferma. Questo esclude quindi che Guede fosse l’unico aggressore. Secondo la Corte ci sono forti prove di una difficile relazione tra le due ragazze, nonostante i tentativi fatti in tribunale dalla statunitense per sminuire i loro dissapori. I giudici citano le affermazioni di Guede fatte durante l’interrogatorio della polizia. Guede disse Kercher accusò Knox di aver sottratto del denaro dalla sua stanza.

“E’ un dato di fatto che a un certo punto quella sera gli eventi precipitarono. La ragazza inglese fu aggredita da Amanda Marie Knox, da Raffaele Sollecito, che stava tenendo le parti della fidanzata, e da Rudi Hermann Guede, e fu costretta a restare nella sua stanza”, si legge. Per i giudici gli aggressori non dovevano avere necessariamente le stesse motivazioni e l’omicidio non è attribuibile a un gioco sessuale finito male, perché Kercher per carattere non avrebbe neppure acconsentito a parteciparvi.

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