Roma, 17 set. (LaPresse) – Silvio Berlusconi non comparirà nell’ambito del processo a carico di quattro carabinieri coinvolti nel caso dell’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. L’ex premier, inserito nella lista dei testimoni, ha fatto invece pervenire all’avvocato Carlo Taormina, difensore di uno dei carabinieri ‘infedeli’ sotto processo e accusato di aver organizzato un complotto contro l’allora governatore, un documento che riporta alcune sue dichiarazioni sulla vicenda: “Non ho visionato il filmato. Ne ho avuto solo un sommario racconto da mia figlia Marina“.

Nell’udienza di oggi, davanti ai giudici della nona sezione penale, il legale ha dunque depositato il documento con il quale l’ex premier ha ricostruito la storia del video che riprende Marrazzo durante l’irruzione dei carabinieri in casa del trans Natali. Video che poi sarebbe stato proposto da una agenzia milanese al direttore di ‘Chi’, Alfonso Signorini, che a sua volta avrebbe informato Marina Berlusconi della circostanza. Sulla questione, Silvio Berlusconi avrebbe spiegato di essere stato avvisato dell’esistenza di quel materiale dalla figlia e di aver poi contattato Marrazzo per avvisarlo.

Berlusconi al racconto di Marina sul video scrive: “Vi erano, a suo dire, scene attinenti a momenti di vita privata riguardanti la sfera intima, oltre che la presenza di sostanze che potevano apparire quali stupefacenti”. E continua: “Ricordo che ero nella mia casa di Arcore e mia figlia Marina mi telefonò dicendomi che a un direttore di un periodico della Mondadori, credo Alfonso Signorini, era stato offerto da un’agenzia fotografica un filmato che ritraeva l’allora governatore del Lazio, Piero Marrazzo, in situazioni imbarazzanti. Mi disse che il filmato era molto confuso, ma che poteva nuocere gravemente all’immagine di Marrazzo. Essendo sempre stato contrario all’utilizzo di siffatto materiale, le sconsigliai di acquistarlo e ritenni di avvertire il dottor Marrazzo perché potesse intervenire nel modo che riteneva più opportuno per impedire che altri lo pubblicassero”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata