Milano, 18 set. (LaPresse) – "Questa mattina è venuto un medico e mi ha detto che crede che mi abbiano avvelenata". Lo ha detto Imane Fadil, la modella 31enne di origine tunisina morta il 31 marzo in circostanze misteriose, in una telefonata del 12 febbraio al suo avvocato dell'epoca, Paolo Sevesi. "Lo sapevo che qualcuno voleva farmi del male, anche se non ti ho detto nulla perché non volevo sembrare troppo allarmista", aggiunge la ragazza con il legale. La registrazione è stata depositata dal Legale in Procura il giorno dopo la morte della 31enne. Il procuratore di Milano Francesco Greco l'ha fatta ascoltare ai media nel corso di una conferenza stampa sugli esiti dell'autopsia della giovane, ricordando che nel sangue della ragazza c'erano anche tracce anomale di metalli pesanti e un esame aveva rilevato tracce di radioattività.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata