Palermo, 19 lug. (LaPresse) – “Matteo Tutino non avrebbe mai detto, non solo, non avrebbe mai neanche pensato le frasi riportate nelle intercettazioni de L’Espresso”. L’avvocato difensore del chirurgo plastico Matteo Tutino, Giovanna Livreri, chiede chiarezza in merito alla pubblicazione della presunta telefonata fra Tutino e il presidente dell’Ars Rosario Crocetta. Nella telefonata, secondo quanto riportato da L’Espresso, avrebbe detto, riferendosi all’allora assessore alla sanità Lucia Borsellino: “La Borsellino va fatta fuori come il padre”.

“Ho interrogato più volte il mio cliente insieme con il codifensore Daniele Livreri – ha continuato Giovanna Livreri – sebbene non ci siano rilievi penali, dal punto di vista morale ed etico sarebbe una cosa gravissima anche per noi legali. Tutino ha smentito categoricamente. Non era possibile che lui avesse mai, non solo detto, né pensato e né mai voluto dire cose del genere. Tutino esclude ci fosse un rapporto conflittuale con l’assessore. Nessuno parla del progetto Diomede, un progetto che stava a cuore a Crocetta, una commissione intesa al controllo della legalità nella sanità. Un tavolo di lavoro in cui erano seduti il presidente Crocetta, Tutino, Samperi, Ingroia e l’assessore Borsellino”.

“Questo progetto è stato esitato nel 2013 e le sedute di questo gruppo di esperti si sono tenute, almeno dai verbali in possesso di Tutino, fino al 2014, a ridosso dell’uscita di Samperi dal gruppo. Non è possibile che nel 2013, nel pieno dell’entusiasmo per questo progetto, Tutino possa aver detto certe frasi, nè che le abbia mai pensate”, conclude Livreri.

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