La strada giudiziaria, anche se ora l'ultima parola spetta al gip, appare in salita

Ventitrè anni di dolore, speranza e ricerca affannosa della verità. E ora una parola incubo: archiviazione. Luciana Alpi, madre di Ilaria giornalista di Rai3 uccisa in Somalia il 20 marzo '94 con il suo operatore Miran Hrovatin, non si arrende e conferma che la sua "battaglia va avanti". Per questo motivo ha deciso di presentare oggi alla sede della Fnsi del libro 'Esecuzione con depistaggi di Stato': "La richiesta di archiviazione è stato un colpo inaspettato, ma ci opporremo a questa nuova uscita". Solo qualche giorno fa infatti la Procura di Roma era tornata a chiedere di mettere in soffitta di fatto il procedimento per l'impossibilità di risalire al movente ed ai presunti killer. E nelle 80 pagine del provvedimento firmate dal pm Elisabetta Ceniccola si legge che l'"ipotesi più attendibile sul piano logico rimane quella che la decisione omicida sia stata motivata dal fatto che Ilaria Alpi si interessava di qualcuno dei traffici illeciti fiorenti in quell'epoca nella Somalia dilaniata dalla guerra e divisa tra clan ferocemente nemici o che magari la giornalista fosse venuta a conoscenza di qualcosa di importante e compromettente anche per soggetti o istituzioni italiane". Di fatto si indicano le risposte ai quesiti posti dal gip Emanuele Cersosimo, che nel dicembre 2007 respinse un'analoga richiesta di archiviazione sul duplice omicidio disponendo ulteriori accertamenti.

La strada giudiziaria, anche se ora l'ultima parola spetta al gip, appare quindi in salita. A confermarlo anche il legale della famiglia Alpi Giovanni D'Amati: "Stiamo valutando tutte le pagine, ma c'era più margine nel 2007 forse, mio padre fece un grandissimo lavoro. Io non mi voglio fermare, ma vendolo fatto prima non è così semplice. Noi stiamo valutando l'opportunità di presentare un'opposizione: ora serve indicare l'oggetto delle indagini espletive". Al fianco della signora Luciana, che confessa con gli occhi lucidi di voler andare avanti nonostante alcuni problemi di salute "finché il buon Dio mi dà la vita", si schierano la Federazione della Stampa e l'Usigrai. Per Raffaele Lorusso infatti "il caso non è chiuso", mentre Vittorio Di Trapani lancia l'appello al neo dg Rai Mario Orfeo: "Il servizio pubblico non fermi e rilanci la ricerca della verità sul caso Alpi e Hrovatin". In rappresentanza della politica Walter Verini del Pd, che assicura: "Io sono sicuro che anche in Parlamento tanti sono disponibili a tenere alta questa battaglia. Dobbiamo tenere acceso un faro".

Vedova da qualche anno, per la signora Luciana rimane la speranza di scoprire la verità per la morte della figlia, che indagava su un possibile traffico di armi e rifiuti tossici. Forse però questa volta non basterà un'intervista di 'Chi l'ha visto' al supertestimone Gelle, ma prove sul movente dell'omicidio. Che dopo 23 anni rimane un buco nero per l'Italia e non solo e ricorda tristemente il dramma, anche quello avvenuto in Africa, di Giulio Regeni.
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata