Roma, 2 lug. (LaPresse) – Il governo ha corretto la norma sulla custodia cautelare contenuta nel decreto legge dello scorso 26 giugno, approvato dal Parlamento, la quale stabiliva “il divieto di qualunque misura cautelare detentiva nel caso della previsione di una pena non superiore a tre anni”. Come spiega il ministero della Giustizia, “non è stato previsto alcun automatismo. Sarà il giudice ad esprimere in concreto una prognosi sulla pena concretamente applicabile all’esito del processo, al solo scopo di evitare che l’imputato subisca una limitazione della propria libertà in via cautelare rispetto a una pena che non dovrà essere eseguita all’esito della condanna ovvero che potrà essere eseguita in detenzione domiciliare”.
L’approvazione conforme dei due rami del Parlamento, precisa il ministero, non avrebbe consentito alcuna ulteriore modifica. “Il testo introdotto, che prevede quindi la possibilità di applicare gli arresti domiciliari anche per pene inferiori a tre anni nella direzione di garantire una maggior sicurezza dei cittadini – si legge in una nota – consentirà comunque al Parlamento di intervenire sulla materia con eventuali correzioni”.
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