Napoli, 11 apr. (LaPresse) – I carabinieri hanno sequestrato i siti dei complessi industriali ex Italsider ed Eternit di Bagnoli, nell’ambito di una indagine che ipotizza una truffa ai danni dello Stato per 107 milioni di euro per una “attività di bonifica che è stata solo virtualmente effettuata”. Il sequestro preventivo è stato disposto dalla procura di Napoli, sezione reati contro la Pubblica amministrazione e reati in materia ambientale, e riguarda le aree già sottoposte ad attività di bonifica dalla Bagnolitufura spa. Gli inquirenti hanno verificato che, non solo le aree non sono state bonificate, ma addirittura si è ulteriormente aggravato lo stato di inquinamento dei terreni dell’area rispetto a prima dell’inizio delle attività. Hanno anche verificato anche l’inefficacia del sistema di messa in sicureza del sito della Colmata, con conseguente immissione permanente in mare di sostanze inquinanti e pericolose per la salute.

Una denuncia è scattata per i presidenti e i direttori generali della Bagnolifutura e del Ccta, il laboratorio interno della società, nonché per i rappresentanti di tutti gli enti pubblici coinvolti nella bonifica: il direttore generale del ministero dell’Ambiente, i dirigenti dell’Arpac, il dirigente della Provincia, il coordinatore del dipartimento ambiente del Comune di Napoli, i legali rappresentanti e i tecnici delle ditte esecutrici. I reati contestatei sono truffa, falso, miscelazione di rifiuti industriali, disastro ambientale.

La mancata bonifica è avvenuta, scrive la procura in una nota, “in un contesto di generalizzato conflitto di interesse, in cui tutti gli enti pubblici istituzionalmente preposti al controllo dell’attività di bonifica, quali Arpac, Comune e Provincia di Napoli, si sono venuti a trovare”. “L’interscambio dei ruoli – spiegano i procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fragliasso – tra controllori e controllati e il conflitto di interessi degli enti pubblici, nonché la condotta dei soggetti preposti alla vigilanza sulla salvaguardia ambientale che hanno avallato le scelte procedurali della Bagnolifutura, hanno determinato il progressivo scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, cagionando in tal modo, secondo l’ipotesi accusatoria, un disastro ambientale che il collegio dei gip ha ritenuto sussistente in relazione a tutte le aree oggetto di sequestro”.

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