Il capo del personale vicinissimo a Raggi è finito in manette per corruzione

Saltano i piani del M5S. L'arresto di Raffaele Marra, vicinissimo alla sindaca Virginia Raggi, ex vice capo di Gabinetto del Campidoglio e ora capo del personale finito in manette con l'accusa di corruzione, sconvolge il mondo Cinquestelle. Salta il flash mob a Siena per Mps, i parlamentari ancora con lo zainetto in spalla vengono raggiunti dalla notizia e commentano a caldo: "Da un movimento che è nato con la volontà di imporre rispetto delle regole, non si può che pretendere che su se stesso sia altrettanto rigoroso". "Se Marra ha sbagliato, paghi". E ancora, Roberto Fico: "Fatto gravissimo". Mentre Beppe Grillo rimane chiuso nell'hotel Forum di Roma, la sindaca di Roma chiede scusa al movimento, a Grillo, ai romani e annuncia che Marra è fuori e l'amministrazione va avanti. Risuonano intanto le parole pronunciate da Grillo sulla vicenda, quando ancora c'erano solo le dimissioni della assessora all'Ambiente Paola Muraro: "Sono problemi che riguardano il Comune di Roma". Ora non più. Le opposizioni in Campidoglio chiedono un passo indietro della sindaca. Matteo Orfini, presidente del Partito democratico, va oltre e dichiara che i vertici M5S "sono corresponsabili politicamente". Ma, soprattutto, è all'interno del movimento che va fatta chiarezza. Quello che sta succedendo in questi giorni rende ancora più evidente la doppia linea presente tra i 5 Stelle. Sarà soprattutto l'ala 'movimentista', vale a dire Paola Taverna, Roberta Lombardi, Roberto Fico, Carla Ruocco, a richiedere un chiarimento interno. Sono loro, i Cinquestelle della prima ora, i 'duri e puri', ad aver sempre fatto presente a Grillo e Casaleggio le 'anomalie' della giunta Raggi. E' a loro che la sindaca e il leader devono una spiegazione.
 

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