Brindisi, 20 mag. (LaPresse) – Un gesto isolato, ma nessuna pista esclusa. Oggi alla procura di Brindisi è stata la giornata dei barlumi provvisori e di porzioni di verità per risalire all’uomo che, con una bomba confezionata in maniera artigianale ma molto tecnica, ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre cinque ragazze, davanti alla scuola ‘Morvillo-Falcone’. Chiare e nette sono sembrate stamattina le parole del procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli. Il gesto di un uomo solo, esperto di informatica, uno “arrabbiato con il mondo”. Che ha azionato un telecomando a distanza scatenando morte e terrore davanti a una scuola frequentata in particolare da ragazzine. Una scena ripresa dalle telecamere, una scena “terribile”.

Nessuna rivendicazione, ma sembra chiaro l’intento stragista: “Non è impossibile che tutta l’organizzazione sia stata fatta da una persona sola”. Ma la certezza delle parole di Dinapoli ha innescato un attrito con il procuratore di Lecce, Cataldo Motta che, dopo la conferenza stampa di Dinapoli ha atteso poco lontano dalla procura i giornalisti per poter dire la sua sulle indagini. “Nessuna pista si può escludere – ha detto davanti – non c’è da capire solo il movente ma ancora tutto. Non siamo in condizioni di dire che è il gesto di un folle”. In ballo, quindi, tra le due procure c’è la finalità del gesto. Perché se il fine della bomba fosse l’eversione, la competenza sarebbe della Direzione Distrettuale Antimafia, di cui è capo Motta, altrimenti tutto sarebbe in mano alla procura di Brindisi. Domani tutti si riuniranno in un vertice straordinario in prefettura: alle 12.30 è prevista una conferenza stampa.

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