Ferme le auto bianche dei tassisti per lo sciopero di 48 ore proclamato per oggi e domani in tutta Italia

Ferme le auto bianche dei tassisti per lo sciopero di 48 ore proclamato per oggi e domani in tutta Italia. Il principale corteo si è svolto a Roma, dove si sono riunite circa 1000 persone sfilando per le vie del centro. Non sono mancati momenti di tensione quando a via dei Fori Imperiali i manifestanti hanno rallentato il passo per protestare perchè un pullman era stato bloccato dalle forze dell’ordine in via del Cardello, dove un gruppo proveniente da Napoli staccatosi dal corteo è stato fermato e rimandato indietro. E nel pomeriggio quando a Palazzo Chigi i manifestanti hanno provato a forzare i blocchi di polizia. La mediazione appare sempre più lontana, tanto che oggi la viceministra al Mims, Teresa Bellanova, mentre i tassisti circondavano Montecitorio, ha ribadito che “l’obiettivo del governo è quello di pensare a un servizio che deve essere riformato. Il governo non è intenzionato a fare lo stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare”. Se per la viceministra “perdere giornate di lavoro e creare disservizi non è la strada giusta” i tassisti non sembrano avere nessuna intenzione di cambiare idea.

Dopo l’approvazione del disegno di legge da parte del Senato e in discussione ora alla Camera la loro speranza è quella di bloccare un passaggio, per l’appunto l’articolo 10, che si sostiene possa porre le premesse per una liberalizzazione del settore. Un tema a cui i tassisti si oppongono da molti anni. Nell’articolo 10 si delega al governo di adottare un decreto per modernizzare i servizi del trasporto pubblico non di linea, taxi e Ncc impegnandosi a garantire “una miglior tutela del consumatore”. Il governo dovrebbe adeguare l’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni e promuovere “la concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. “Non paiono esserci stati elementi nuovi e significativi che possano scongiurare la mobilitazione. Noi chiediamo lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl concorrenza, senza se e senza ma”, ha detto Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi di Milano. “C’è in gioco il futuro del servizio pubblico non di linea, taxi, almeno per come le persone lo conoscono oggi. Un servizio che in mano a multinazionali come rischia di finire oltre che più caro potrebbe diventare qualitativamente inferiore. Nella giornata di oggi – conclude Boccalini – molti di noi da tutta Italia sono a Roma per far sentire la propria voce al Governo. La voce di chi dall’oggi al domani rischia di perdere lavoro e investimenti”.

Diversa la posizione del comparto noleggio vetture con conducente (Ncc) che si schiera a favore dell’approvazione del Ddl sulla concorrenza e critica l’ostruzionismo dei rappresentanti dei tassisti. “La protesta dei taxi – spiegano le associazioni nazionali degli Ncc – nasce dal timore che l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, in approvazione, possa portare alla liberazione dei servizi pubblici non di linea: in realtà neanche noi noleggiatori vogliamo la liberalizzazione e l’articolo in questione è relativo ad una delega del governo sulla materia della concorrenza. Il tutto con il fine di rivisitare la legge numero 21 del 15 gennaio 1992, ormai anacronistica: basti pensare che allora non esistevano nemmeno gli smartphone”. “I taxi protestano ma chi ci rimette sono turisti e cittadini – aggiungono gli Ncc italiani -. La responsabilità del loop normativo è di alcuni rappresentanti nazionali dei taxi che hanno reso incostituzionale parte della legge. Questi rappresentanti, inoltre, fino a ieri avevano contestato piattaforme ed app: oggi hanno scelto di chiudere un accordo con la più importante piattaforma di prenotazioni di servizi di trasporto. Qualcosa non torna”, chiosano. 

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