Matteo Iacobacci ha salvato la vita a 33 bambini all'interno del centro estivo Le Palme Sporting Club a seguito dell'incendio che si è sviluppato sull'Aurelia, a Roma

“Ho sempre avuto il sogno di fare il vigile del fuoco e in quei momenti la mia passione verso il mestiere di pompiere mi ha permesso di essere lucido e gestire al meglio l’evacuazione dei bambini”. A dirlo a LaPresse è Matteo Iacobacci, 21 anni ad agosto, uno degli animatori ‘eroi’ che il 27 giugno scorso hanno salvato la vita a 33 bambini all’interno del centro estivo Le Palme Sporting Club a seguito dell’incendio che si è sviluppato sull’Aurelia, a Roma. Per ironia della sorte, proprio lo scorso 10 giugno Iacobacci aveva fallito il concorso scritto per diventare vigile del fuoco. “La passione per i vigili del fuoco nasce da quando ero piccolo – sottolinea – mi è sempre piaciuto dare una mano agli altri e salvare vite. Non sono entrato per soli 2 punti e mezzo, ovviamente ci rimani male. Lo ritenterò non appena mi sarà possibile e se dovessi riuscire ad entrare sarei la persona più felice al mondo. Avevo studiato bene ma la prossima volta sarò ancora più stimolato”.

Assieme alle colleghe dell’associazione Animondo di cui è responsabile Lavinia De Pascalis, Matteo sarà premiato in Campidoglio dalla presidente dell’Assemblea Svetlana Celli e dall’assessore allo Sport, Grandi eventi, moda e turismo, Alessandro Onorato, e alla consigliera Rachele Mussolini promotrice dell’iniziativa: “Sono orgoglioso e quel giorno sarà un’emozione per tutti noi, ultimamente si è parlato di me ma è giusto che vengano dati i giusti riconoscimenti a tutte le ragazze che erano lì. E’ stato un gioco di squadra”, spiega Iacobacci, che ricordando quei momenti racconta: “Lunedì era una giornata troppo strana, c’era caldo afoso, vento. Eravamo nella sala mensa, a un certo punto stavo consegnando i pasti e di fronte a me ho visto il fumo di bruciato di erba. Lì per lì ho continuato a dare da mangiare ai bambini, poi la responsabile mi ha chiamato fuori e mi ha chiesto cosa ne pensassi”.

“In pochi minuti – racconta – è cambiato il vento e il fuoco si avvicinava a tal punto che abbiamo dovuto procedere all’evacuazione. Nel panico dei bambini, dai 5 ai 12 anni di età, abbiamo cercato di tranquillizzarli. Gli abbiamo messo le maglie in viso, li velocizzavamo tutti, e in colonna, un animatore davanti, uno in mezzo e poi noi che chiudevamo la fila. Lì per lì ci sono state portate bottiglie, poi abbiamo portato i bambini in un parcheggio e li abbiamo messi seduti a terra per evitare che respirassero il fumo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata