Più di cinquecento persone hanno voluto esserci. L'arcivescovo Luigi Renna: "Un giorno la riabbracceremo"
Più di cinquecento persone hanno voluto esserci per l’ultimo saluto alla piccola Elena Del Pozzo, per l’ultima carezza dopo l’orrore. Nella cattedrale di Sant’Agata l’arcivescovo Luigi Renna ha celebrato i funerali della bimba uccisa con undici coltellate dalla madre Martina Patti nelle campagne di Mascalucia nel catanese. Un lungo applauso ha salutato l’arrivo della piccola bara bianca con sopra un cuscino di rose bianche, simbolo della purezza. Ed è stato solo il primo di nove applausi. Lunghissimi, cercati dalla folla che ha sfidato il caldo africano pur di dare l’ultimo saluto alla piccola Elena. Non c’era un centimetro quadrato libero fra le navate della cattedrale di Sant’Agata. “La bara della piccola Elena è fra l’affetto di chi ha voluto bene a questa bambina e tra colui che ci può dare la forza della consolazione. Gesù e la sua promessa di ‘resurrezione’. Un giorno riabbracceremo la piccola Elena”.
Ed è proprio sull’accostamento fra Agata martire ed Elena fanciulla che l’arcivescovo Renna ha iniziato l’omelia al termine di un passo del vangelo secondo Marco. “Oggi a pochi metri dal luogo dove sono custodite le reliquie di Agata, la nostra giovane Santa Martire, la pietà del papà e dei nonni ha voluto che fosse portata la salma della loro piccola Elena per la celebrazione dei funerali – ha detto l’arcivescovo nell’omelia davanti al padre della piccola Elena, ai nonni Johnny e Sara e ai familiari in prima fila – La martire e la fanciulla, due giovani donne vittime, la prima dell’odio alla fede cristiana, circa 2000 anni fa, e l’altra di una violenza che non osiamo qualificare, perché frutto di tutto ciò che può oscurare il cuore umano, persino il cuore delle persone più care”.
Un discorso di speranza in un momento in cui di speranza nei primi banchi della chiesa non c’è nemmeno il miraggio. Immobili, con lo sguardo a quella minuscola bara bianca la famiglia di Elena, i parenti da parte del padre, hanno ascoltato quasi assenti le parole dell’arcivescovo. “Io prego che questa piccola martire innocente di nome Elena da oggi consoli i suoi cari e tutti quei bambini che sono feriti più di ogni altro dai sentimenti che inquinano l’umanità”. Troppo il dolore, troppa la rabbia per quella vita strappata da chi la vita stessa gliela aveva data. Strappata da una madre pronta ad inscenare un rapimento pur di sviare le indagini. Eppure l’arcivescovo Renna anche per Martina Patti, rea confessa dell’omicidio, chiede di non infierire, di non ergere patiboli mediatici. “Un’ultima parola a tutti noi che, come giudici siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della nostra città, nei pressi della Chiesa del Divino Amore, una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino”.
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