Aveva 71 anni. Nel 2010 vinse il Premio Strega con il romanzo 'Canale Mussolini'

Lutto nel mondo della letteratura. È morto a 71 anni Antonio Pennacchi, che vinse nel 2010 il Premio Strega con il romanzo ‘Canale Mussolini’.

Nato e scomparso a Latina, Pennacchi si dedica alla politica sin da giovanissimo: prima si iscrive al Msi, poi viene espulso e aderisce ai maoisti dell’Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti). Per oltre vent’anni lavora come operaio all’Alcatel Cavi di Latina. Alla fine degli anni Settanta entra nel Psi, poi con varie turbolenze nella Cgil. Entra quindi nella Uil, passa al Partito Comunista Italiano e di nuovo alla Cgil, dove è espulso ancora nel 1983. Lascia quindi la politica e si laurea in lettere all’Università La Sapienza di Roma.

Solo allora inizia la sua carriera di scrittore. Il suo romanzo di esordio, ‘Mammut’, dopo numerosi rifiuti viene pubblicato da Donzelli nel 1994, vincendo il Premio del Giovedì.

Dopo ‘Palude‘ e ‘Una nuvola rossa‘ (1998), nel 2001 passa alla Mondadori. Nel 2003 esce l’autobiografico ‘Il fasciocomunista’, vincitore del Premio Napoli. Dal romanzo è stato poi tratto il film ‘Mio fratello è figlio unico’ con Elio Germano e Riccardo Scamarcio.

Nel giugno del 2006 esce la raccolta di racconti ‘Shaw 150’. Storie di fabbrica e dintorni. Pennacchi collabora alla rivista Limes.

Nel 2010 esce ‘Canale Mussolini’, romanzo sulla bonifica dell’Agro Pontino, che vince la 64/a edizione del Premio Strega.

Nel 2012 si cimenta nel progetto Pianura Blu per il recupero dei canali di bonifica dell’Agro Pontino e per creare una rete ciclonavigabile, Nel 2015 esce ‘Canale Mussolini. Parte seconda‘, pubblicato sempre da Mondadori. Nel 2018 pubblica il volume ‘Il delitto di Agora‘.

“Che tristezza! La scomparsa di Antonio Pennacchi lascia un vuoto. Il suo ‘Canale Mussolini’ è davvero un capolavoro”, lo omaggia su Twitter il segretario PD Enrico Letta, con il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che piange “un grande scrittore, un intellettuale libero, schietto e irriverente”. “Ciao Antonio. Buon viaggio. Ci vediamo di Là”, scrive invece su Twitter lo scrittore Sandrone Dazieri.

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