La storica e giornalista a LaPresse: "Io mobbizzata per aver detto la verità su donne"

“In Vaticano servono donne libere, non cooptate come obbedienti”. Lo ha dichiarato a LaPresse Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, docente di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma ed ex direttrice di ‘Donne, Chiesa, Mondo’, inserto mensile dell’Osservatore Romano.

In che modo potrebbe cambiare qualcosa effettivamente? “Ad esempio se la Uisg (Unione Internazionale delle Superiore Generali), associazione diretta da donne ed eletta da donne non cooptate dalle gerarchie ecclesiastiche, fosse chiamata a prendere decisioni nella Chiesa, come parte della commissione di consulenti del Papa, per ora composta da soli cardinali”.

“Quando dirigevo ‘Donne Chiesa Mondo’ abbiamo dato detto verità molto scomode, che nessuno voleva sentire. Come i casi di religiose trattate da serve e di ‘serve’ sottoposte anche ad abusi sessuali. Abbiamo detto cose che non si volevano sapere, abbiamo scoperchiato una situazione indegna”, ha denunciato Scaraffia.

È stato dopo quel numero che è andata via dal mensile. Ha sentito direttamente il Papa dopo quell’episodio? “Ma si figuri, in Vaticano non fanno mai nulla direttamente. Si creano situazioni di mobbing, sono venute a mancare le condizioni di libertà e di rispetto che si devono”.

“È assolutamente positivo che finalmente si parli della condizione della donna nella Chiesa. Il fatto che il Papa faccia qualche nomina qui e lì significa che non può più vivere in un mondo di soli uomini. Certo, escludo che queste nomine possano cambiare qualcosa, sono soltanto operazioni di maquillage”, ha aggiunto Scaraffia.

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