Il membro del comitato nazionale dei Radicali italiani è accusato di aver fatto da messaggero per i capimafia in carcere. Nelle intercettazioni definiva Matteo Messina Denaro "il nostro primo ministro". 5 le persone fermate nell'operazione
Avrebbe fatto da tramite tra i boss, alcuni dei quali al 41 bis, e i clan, portando all'esterno messaggi e ordini, sfruttando il suo ruolo di assistente parlamentare della deputata di Italia Viva Pina Occhionero – estranea all'indagine – per entrare in carcere. C'è anche Antonello Nicosia, membro del comitato nazionale dei Radicali italiani, per anni impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti, tra le 5 persone arrestate dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri su provvedimento della Procura di Palermo. Dalle intercettazioni emerge che per Nicosia il latitante Matteo Messina Denaro era "il primo ministro" . In manette anche il capomafia di Sciacca, nell'Agrigentino, Accursio Dimino.
Nicosia avrebbe insultato Giovanni Falcone.Intercettato, giudicava con disprezzo il giudice ucciso da Cosa Nostra nel 1992 a Capaci. Le sue parole, pronunciate al telefono, sono contenute nel decreto di fermo a firma dei pm della Direzione distrettuale antimafia palermitana. Secondo gli investigatori Nicosia è vicino al latitante Messina Denaro.
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