Nuove accuse contro i fratelli del cyberspionaggio
Seimila persone spiate e oltre tre milioni e mezzo di mail carpite dal 2004. Sono i dati contenuti nelle nuove accuse della procura di Roma a Giulio e Francesca Maria Occhionero, i due fratelli già a processo per cyberspionaggio. Il pm Eugenio Albamonte, responsabile dell'indagine, contesta ora a entrambi il reato di spionaggio politico.
I dati della nuova tranche di inchiesta, resi noti oggi dal pm durante l'udienza del processo a carico dei due fratelli, arrivano dopo mesi di lavoro degli specialisti del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, che grazie alla collaborazione del Fbi hanno sbloccato i server utilizzati dagli imputati per conservare, e nascondere, l'enorme archivio di dati in loro possesso.
L'inchiesta sugli episodi di hackeraggio compiuti dagli Occhionero, non ha mai completamente chiarito, con quali fini i due fratelli carpissero dati: venne ipotizzato che volessero fornire informazioni su appalti, o investire in borsa, o forse accumulare una serie di dati sensibili legati alla sfera personale di personalità che un giorno avrebbero utilizzato in altro modo.
Gli investigatori hanno accertato che i due gestivano una rete di computer (botnet), infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid'. L'inchiesta è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell'invio di una mail, arrivata all'Enav, che conteneva il virus in questione, il cui codice di acquisto rimandava a Giulio Occhionero.
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