Si tratta di un ingegnere nucleare e della sorella, molto noti nell'ambiente dell'alta finanza romana

La polizia di Stato, tramite l'operazione Eye Piramid, ha individuato una centrale di cyberspionaggio ai danni di istituzioni e pubbliche amministrazioni, studi professionali, personaggi politici ed imprenditori di rilievo nazionale. Nell'ambito dell'indagine sono stati arrestati un ingegnere nucleare di anni 45 e la sorella di anni 49, entrambi residenti a Londra ma domiciliati a Roma, molto noti nel mondo dell´alta finanza capitolina.

Sono stati intestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. I due provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati eseguiti nell´ambito di un'indagine condotta Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.

Tra gli spiati figurano Matteo Renzi e il sito del Partito Democratico, ma anche Mario Draghi, Mario Monti, il comandante della Guardia di Finanza Saverio Capolupo. Tra i tanti indirizzi mail e caselle di posta elettronica colpiti dagli attacchi, inoltre, ci sono anche quelli del cardinale Gianfranco Ravasi, dell'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e del senatore Domenico Gramazio.

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Grazie al virus informatico messo a punto i due fratelli Occhionero avevano accesso, anche con password, alle mail di numerosi politici tra cui anche l'ex portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti e l'ex ministro Brambilla. Accesso alle mail anche di Daniele Capezzone.

Nel database oggetto dell'indagine sono state trovati domini di importanti società private o enti istituzionali come: Istruzione.it, Gdf.it, Banca d'Italia.it, Camera.it, Senato, Esteri, Tesoro, Interni, Regione Campania, Regione Lombardia, Cisl, UniBocconi.

DUE ARRESTI. Nei confronti dell'uomo e della sorella  gli investigatori hanno acquisito concreti elementi probatori in merito ad attività criminali da loro pianificate e condotte, consistenti nella gestione di una botnet con finalità di cyber spionaggio. Grazie ad una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione di un malware denominato EYEPYRAMID (dal quale prende anche il nome l´operazione), i due hanno per anni acquisito dalle numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dagli operatori della Polizia Postale, grazie al prezioso ausilio dei colleghi della Cyber Division dell´F.B.I. statunitense e che consentiranno di accertare quali e quanti dati siano stati illecitamente sottratti.

Nel mirino della rete occulta, una galassia di soggetti che a vario titolo gestiscono la funzione pubblica, ovvero interessi delicati, e quindi in possesso di informazioni particolarmente sensibili e strategiche, o di particolare valore per chi opera in determinati ambiti finanziari. Da ciò scaturisce la contestazione nei loro confronti, da parte della Procura della Repubblica di Roma, dei reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. L´indagine ha preso le sue mosse dalla segnalazione agli investigatori dell´invio di una mail, indirizzata ad un amministratore di rilievo di un´infrastruttura critica nazionale, contenente il malware EYEPYRAMID.  

LE INDAGINI. Le complesse indagini condotte dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, protrattesi per diversi mesi, hanno consentito di individuare una rete botnet molto ben strutturata, frutto di un attacco informatico del tipo APT (Advanced Persistent Threat), ingegnerizzato ad hoc sfruttando un malware particolarmente insidioso, capace di far acquisire da remoto il controllo del sistema informatico bersaglio, e consentire la massiva sottrazione dei contenuti dei pc colpiti. Tra gli osservati dall´ "Occhio della Piramide" gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla "BROS" (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all´estero.  Con la sigla "POBU" (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale.  L´indagine ha inoltre permesso di ricostruire un complesso scenario fatto di società "a scatole cinesi" nazionali e straniere, usate come paravento per l'acquisizione, in via anonima, di servizi informatici all´estero. 

E proprio il concreto pericolo di una fuga all´estero degli indagati, titolari di diverse attività fuori confine, ha infatti determinato l´emissione delle misure cautelari da parte del G.I.P. romano. L´analisi dell´enorme mole di materiale sequestrato oltre oceano, inoltre, permetterà di ricostruire l´intero giro di interessi sedente dietro tale imponente esfiltrazione di dati dai sistemi informatici delle vittime, attraverso un attacco informatico del tipo APT che non ha precedenti in Italia e consentirà, altresì, l´approfondimento dei rapporti intrattenuti dagli arrestati con soggetti coinvolti in vicende giudiziarie di notevole rilievo.

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