Ora è il simbolo da una parte di abbandono dall'altra della voglia di riscatto

All'inizio furono le terme e un borgo residenziale. Un secolo dopo divenne il simbolo della Napoli operosa e industriale. Ora Bagnoli, che fa parte della Decima Municipalità del Comune di Napoli, è simbolo da una parte di abbandono dall'altra della voglia di riscatto. Se l'obiettivo principale è chiaro, sono diverse le modalità per realizzarlo. Commissario straordinario, cabina di regia e nuovo programma è la ricetta del premier per porre rimedio a 'una vergogna nazionale'. Ma Luigi De Magistris pretende più potere decisionale per gli enti locali e dei paletti ben fermi: nulla contro i privati, purché non scrivano le regole da soli. Puntando i piedi il sindaco si sta giocando molto sul piano politico.

CASO ITALSIDER Ora il nome Bagnoli è legato indissolubilamente al nome dell'Italsider. L'impianto chiuse nel 1992 passando nell'elenco dei siti di interesse nazionale da bonificare nel 1998. In oltre vent'anni, tra inchieste giudiziarie e sequestri, giunte comunali e regionali sono passate senza riuscire nel recupero dell'ex area industriale di Bagnoli, quartiere della periferia ovest di Napoli. Oggi, durante la cabina di regia che si terrà in prefettura a Napoli, e che vedrà la partecipazione anche del presidente del Consiglio Matteo Renzi, verrà illustrata la proposta di piano per la bonifica e il rilancio dell'area occidentale a firma del soggetto attuatore Invitalia, che è stata elaborata anche sulla base delle indicazioni emerse dal confronto tra istituzioni, imprenditori, sindacati, associazioni territoriali e comitati dei cittadini sul futuro dell'area ex Italsider.

FONDI DELLO STATO Vennero stanziati dallo Stato circa 25 miliardi, poi 340 e aumentati ancora di 50 miliardi in modo tale da bonificare l'intero territorio suddiviso in lotti; la legge del 1996 prevedeva di bonificare il primo lotto: Coroglio. Vennero stanziati 25 miliardi ed entro il 1997 bisognava concludere i lavori di bonifica di Coroglio, tuttavia, i lavori non vennero mai conclusi e non si arrivò ad alcun risultato. Lo stesso discorso vale per gli altri lotti. Il motivo per cui, la bonifica ebbe problemi, furono molteplici: bisognava risolvere il problema delle piccole aziende che ostacolavano gli appalti della bonifica; un secondo problema erano i fondali, i quali colmi di rifiuti inquinati e infine, il problema impiantistico che si occupava della fragilità, nonchè l'instabilità del suolo.

SINDACO BASSOLINO Nel 1994 Antonio Bassolino sindaco da poco tempo, si trova a decidere sul destino di Bagnoli con l'Ilva: il sindaco decise di non firmare l'accordo, che prevedeva di impiantare nuove industrie nella zona, ma anzi,  venne elaborato un vero programma sul destino di Bagnoli: costruzione di impianti per attirare turismo; un grande parco pubblico; ripristino dell'arenile e della balneabilità, nonchè la formazione di una rete di attività produttive con finalità nella ricerca scientifica.

Per il progetto vennero stanziati 343 miliardi di lire più 25 miliardi per bonificare la spiaggia, oltretutto il decreto prevedeva anche la costruzione di una società chiamata Bagnoli Spa, affinchè ci fosse l'assunzione di 500 lavoratori rimasti all'Ilva , da destinare alla bonifica del territorio. Nel 1995 il decreto venne bloccato in parlamento dalla Lega.  Nel 1996 la questione della bonifica andò nelle mani della Regione guidata dalla giunta di centrodestra. Bassolino fu appena eletto sindaco e riuscì a trovare un accordo con la Regione affinchè si potesse dare vita alla Bagnoli Spa, tuttavia, il finanziamento venne nuovamente bloccato in parlamento dalla Lega, il cui partito cercherà più volte di evitare che i fondi vengano destinati alla bonifica del territorio. Nel 2001 Bassolino diviene presidente della Regione e Rosa Iervolino sindaco di Napoli:  con le nuove norme bisogna decidere se affidare la bonifica al comune o agli enti privati.

BAGNOLIFUTURA S.P.A L'ente avrebbe dovuto occuparsi della bonifica dei suoli, nonchè della commercializzazione altresì la rivalutazione e trasformazione dei suoli. I suoli pertanto vennero trasferito all'ente privato, ma il governo Berlusconi bloccò i fondi fino al 2003; si cercò di sbloccare i fondi ospitando L'America's Cup, in modo tale che il territorio venisse rivalutato e riconsiderato con l'attuazione di un porto turistico, tuttavia il governo Berlusconi, chiedeva che il progetto avesse dovuto rispettare le indicazioni di un luogo preciso in cui avviare lo smaltimento dei suoli, de metalli e dell'amianto. I progetti proposti furono numerosi, si cercò in tutti i modi di rilanciare Bagnoli: nel 2004 durante la crisi di rifiuti si arrivò a pensare che l'area dell'Ilva potesse essere utilizzata per lo stoccaggio dei rifiuti.

L'INCHIESTA Il 18 febbraio 2014 sono stati inviati a giudizio ex amministratori e dirigenti di BagnoliFutura con l'accusa di disastro ambientale e truffa ai danni dello Stato. I 19 imputati, sono finiti sotto in chiesta, in quanto secondo la procura di Napoli, la cosiddetta bonifica di Bagnoli non è mai avvenuta, ma pare fosse solo un progetto scritto. In giudizio vanno anche gli ex vicesindaci ed ex presidenti della società Rocco Papa e Sabatino Santangelo e tanti altri.
 

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