Di Andrea Capello
Roma, 4 dic. (LaPresse) – “Un letargo esistenziale collettivo con una pericolosa povertà di interpretazione sistemica, di progettazione per il futuro, di disegni programmatici di medio periodo. Un luogo dove i soggetti (individui, famiglie, imprese) restano in un recinto securizzante, ma inerziale: una sorta di ‘limbo italico’ fatto di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone”. E’ la fotografia dell’Italia scattata dal 49esimo rapporto annuale del Censis presentato oggi a Roma.
DE RITA: “RIFORME CORAGGIOSE MA POLITICA TROPPO LEGATA ALLA CRONACA”. Un’immagine rafforzata dalle parole del presidente Giuseppe De Rita che da un lato loda la politica per la volontà di effettuare delle riforme: “Un atto assolutamente coraggioso, rischioso e da valutare positivamente” ma dall’altro mette anche in luce come la politica stessa sia: “affezionata alla cronaca, al titolo del giorno dopo”.
ITALIANI SCETTICI RISPETTO AI POLITICI. Lo scetticismo della cittadinanza nei confronti della politica resta infatti molto più elevato rispetto al resto d’Europa. Solo quote minime hanno fiducia nei partiti politici (9%), nel Governo (16%), nel Parlamento nazionale (17%). Bassi anche i giudizi di fiducia su Commissione europea (39%) e Bce (35%).
“BASSA PROPULSIONE”. “Siamo ancora una società a bassa propulsione, c’è tuttavia una piattaforma di ripartenza del paese – aggiunge il direttore generale Massimiliano Valerii- vince chi manifesta capacità di adattamento rispetto al mutamento strutturale dello scenario cogliendo le opportunità”.
IL LAVORO. Una riflessione che viene certificata analizzando i dati sui vari settori in maniera specifica. Con il Jobs Act, ad esempio, il mercato del lavoro ha visto rimbalzare l’occupazione di 204mila unità con la disoccupazione che si riduce all’11,9%: una cifra molto lontana però dal 6,7% del 2008. Si registra però, allo stesso tempo, un crollo della disoccupazione giovanile (15-24 anni) proseguita anche nel 2015.
CRESCE L’EXPORT. Sul mercato, invece, a crescere sono le esportazioni. Vincono i produttori di macchine e apparecchiature, con un surplus di 50,2 miliardi di euro nel 2014. Vince l’agroalimentare, vincono i comparti consolidati dell’abbigliamento, della pelletteria, dei mobili, dei gioielli ed un settore trasversale come quello creativo-culturale. Cresce bene pure il turismo. Dal 2000 il numero complessivo di arrivi nel territorio italiano è aumentato del 33,3%.
ITALIANI PIU’ PRUDENTI. In generale gli italiani sono “più prudenti” con meno azioni e più liquidi sul conto. Si torna ad investire invece sui beni durevoli. Automobili, elettrodomestici e, sopo un lungo periodo di crisi del settore, pure il mattone con un boom di mutui (+94,3% nel periodo gennaio-ottobre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014).
ITALIANI PIU’ PREOCCUPATI PER LA SANITA’. Note dolenti invece dal welfare. Il dato più preoccupante è quello del 42,7% dei cittadini italiani convinti che la sanità pubblica in Italia stia peggiorando, quota che sale al 64% al Sud. Inoltre, il 55,5% considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, quota che sale all’82,8% nel Mezzogiorno. A tal proposito risulta chiaro il rapporto costi-benefici illustrato dal Censis con alcuni esempi. Per una risonanza magnetica nel privato si spendono 142 euro e si attendono 5 giorni, con il ticket si pagano 63 euro e si attendono 74 giorni.
I RISCHI DEL WEB. Il Censis mette poi in mostra come il web sia diventato sempre più un luogo ‘di casa’ per gran parte della popolazione (70.9%). Su internet gli italiani si informano, fanno acquisti e navigano sui social media. Molto attivi i giovanissimi per i quali però si annidano anche pericoli. Su tutti il cyberbullismo e le insidie insite nella diffusione dei giochi online.
MIGRANTI FANNO MEGLIO IN ITALIA CHE IN RESTO UE. L’ultima istantanea riguarda gli stranieri presenti in Italia che “inseguono una traiettoria di crescita verso la condizione di ceto medio, differenziandosi così dalle situazioni di concentrazione etnica e disagio sociale che caratterizzano le periferie di Londra o Parigi”.

