Roma, 16 ott. (LaPresse) – “Sono le stesse identiche percentuali di Roma e dell’Italia. È sconvolgente che questo sia accaduto in Italia ma non accade purtroppo solo in Atac (l’azienda del trasporto pubblico romano), né solo a Roma”. Così l’assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, sentito da LaPresse, commenta la relazione dell’Autorita’ nazionale anticorruzione sull’Atac. Secondo il documento dell’Anac, il 90% delle gare Atac verrebbero appaltate dall’azienda attraverso procedura negoziale e senza bando pubblico.

Le procedure nell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico romano, come altrove in Italia quasi sempre non vengono fatte come dovrebbero. E’ convinto ancora l’assessore alla Legalità del Campidoglio. Il dato – che l’Anticorruzione è tornata a mettere in evidenza ieri con un documento sull’Atac – è, secondo Sabella, tanto diffuso in Italia quanto legato alla “difficoltà oggettiva che hanno molti dirigenti a costruire i bandi di gara in maniera corretta, adeguata e professionale”.

Insomma il problema sono le scarse capacità di chi redige i bandi, in Atac e altrove?
“Secondo me sì – risponde Sabella – la mancanza di formazione della classe dirigente dello Stato nel nostro Paese è un problema serissimo: non si è in grado di competere con le imprese e con l’innovazione tecnologica”.
Chi redige i bandi “preferisce pigliare i vecchi capitolati e le vecchie cose senza dare nessun tipo di innovazione – sostiene Sabella – e preferisce un taglia e incolla, o fare proroghe, o frazionare per scendere sotto soglia e adottare queste procedure negoziate”.

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