Milano, 24 lug. (LaPresse) – Roberto Andrea Luciano, il giovane che il 20 ottobre 2013 in viale Famagosta, a Milano, travolse e uccise con la sua auto Magda Niazy Sehsah, 28 anni, egiziana incinta di 7 mesi e suo figlio di 4 anni, è stato condannato oggi a due anni e quattro mesi di carcere. Il 30enne era accusato di omicidio colposo e procurato aborto. La sentenza è stata emessa dal gup del Tribunale di Milano Roberto Arnaldi, che ha disposto un anno e quattro mesi di sospensione della patente. Le motivazioni verranno rese note fra 90 giorni. Il pm Marcello Musso aveva chiesto tre anni. Come era emerso con il deposito di una perizia cinematica e come poi riportato nell’imputazione, Luciano, quando investì la donna incinta e il bimbo, stava viaggiando con la sua auto di sera e in una strada bagnata per la pioggia ad una velocità di circa 100 chilometri orari, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h.

L’avvocato del marito e padre della vittima, che si è costituito parte civile, Domenico Musicco, presidente dell’Avisl (Associazione vittime incidenti stradali sul lavoro e malasanità) ha commentato dopo la lettura della sentenza: “Pena congrua. Il massimo che si può pretendere, purtroppo, in queste occasioni. Sono soddisfatto per l’esito, ma aspettiamo al più presto la legge sull’omicidio stradale. L’elemento della velocità è stato determinante per la condanna”. Il marito della donna ha fatto sapere: “La legge è questa. In Egitto la pena sarebbe stata più alta”.

Secondo le indagini condotte dalla procura di Milano, la donna egiziana, mentre attraversava la strada in un punto senza strisce pedonali, era stata colpita dalla parte davanti sinistra dell’auto e il bambino di quattro anni era finito a circa 40 metri di distanza dopo l’impatto. I soccorritori, infatti, nel tardo pomeriggio del 20 ottobre 2013, non si erano accorti che anche il piccolo era un’altra vittima dell’incidente. Il bimbo fu trovato solo dopo un’ora, quando il padre, arrivato all’ospedale San Paolo dove perse la vita la moglie incinta, disse ai dottori che l’altro figlio era in compagnia della donna.

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