Per il solo mese di marzo si stima una perdita in termini di passeggeri in arrivo e partenza dagli aeroporti italiani pari a circa 12 milioni

 Tonfo del trasporto aereo a causa del coronavirus. Per il 2020 si attendeva una conferma del trend positivo del traffico aereo a livello mondiale. Ma i provvedimenti di contenimento della pandemia assunti dalle autorità nazionali e internazionali hanno di fatto ridotto le possibilità di volare. I numeri parlano chiaro: rispetto allo scorso anno, a marzo sono stati cancellati due voli su tre (66,3%) e i passeggeri sono diminuiti dell'85% (da circa 14 milioni a poco più di 2 milioni). Del forte calo ne risente anche il turismo, settore fortemente connesso con quello dei trasporti.

 Secondo gli ultimi dati Istat, da poco meno di 460mila passeggeri in arrivo e partenza negli aeroporti italiani di domenica 23 febbraio 2020, si è passati ai 6,8 mila di domenica 29 marzo. Un dato in controtendenza rispetto alla crescita esponenziale del settore negli ultimi dieci anni. Tra il 2010 e il 2018 il numero di passeggeri trasportati in Italia è aumentato del 33,3%. Nel 2017 risultavano attive in Italia 193 imprese, che fatturano 9,4 miliardi di euro e occupavano poco meno di 20mila unità di lavoro, il 99,7% delle quali con dipendenti.

 Quale sarebbe stato lo scenario economico senza il Covid-19? Le prime cifre registrate nel mese di gennaio lasciavano ben sperare. Dai dati di Assaeroporti, (differenza tra valore previsto e osservato). La previsione mostra inoltre che nel mese di maggio si sarebbero potuti registrare ben 17,9 milioni di passeggeri, i quali avrebbero raggiunto il picco di 21,4 milioni ad agosto 2020.

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