Si tratta di un calo del 25% rispetto agli impegni presi il mese scorso

È ancora bufera su AstraZeneca. La casa farmaceutica ha ridotto nuovamente la fornitura del suo vaccino contro il Covid-19 nell’Unione europea. Si tratta di un calo del 25% rispetto agli impegni presi il mese scorso: il colosso, stando a un documento del 10 marzo, ora prevede di consegnare 30,1 milioni di dosi entro la fine di marzo e altri 20 milioni ad aprile. Un passo indietro rispetto ai 40 milioni assicurati a Bruxelles per la fine di questo mese dall’amministratore delegato, Pascal Soriot. “Il Consiglio di amministrazione di AstraZeneca deve fare il massimo sforzo per adempiere agli impegni presi”, ha sferzato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton sottolineando l’importanza “per noi, per i cittadini europei e per il resto del mondo”.

L’annuncio del taglio nella fornitura arriva mentre il Vecchio continente si presenta diviso sul tema della ‘fiducia’ nei confronti del siero AstraZeneca, a seguito di morti sospette avvenute in alcuni Paesi o alla formazione di coaguli nel sangue di persone che avevano ricevuto il siero. Se alcuni Stati hanno optato per la sospensione della somministrazione del vaccino, come Danimarca, Norvegia, Islanda e Bulgaria, altri hanno interrotto l’inoculazione di un lotto specifico, come Italia e Romania. Sul punto, l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha riferito di stare “valutando” le segnalazioni di problemi di coagulazione del sangue rintracciati in Ue, ha fatto sapere che “non ci sono indicazioni per non usarlo”. E il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha espresso rammarico per la scelta adottata dai Paesi Ue. Finora, ha sottolineato, non ci sono prove di un nesso causale tra i coaguli di sangue e le vaccinazioni, specificando che è importante trovare “un equilibrio tra l’essere vigili e il non causare allarme”. La casa farmaceutica stessa ha provato poi a fugare ogni dubbio rimarcando che “non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio” di embolia polmonare o trombosi venosa in coloro che hanno ricevuto il siero. Anzi “il numero di questi eventi osservati è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati”.

In ogni caso il tema vaccini ‘scalda’ gli animi in Europa. E arrivano le rimostranze del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, che in conferenza stampa ha denunciato contratti segreti tra alcuni Stati Ue e le case farmaceutiche in un “bazar” di accordi. Il politico ha poi criticato aspramente la distribuzione delle dosi dei vaccini in Europa, che non seguirebbe il criterio previsto della popolazione, esortando alla “piena trasparenza” e all’equa dislocazione delle quantità.

Nel frattempo gli Stati Uniti hanno respinto le richieste per l’export ricevuto da “un certo numero di Paesi” in tutto il mondo. La Casa Bianca tramite la portavoce, Jen Psaki, ha fatto sapere di non avere “fornito dosi del governo Usa a nessuno” perché “la nostra priorità” è di vaccinare gli americani. Durante la giornata il governo tedesco aveva detto di essere in contatto con i funzionari statunitensi sulla questione della fornitura dei vaccini, soprattutto quello della tanto dibattuta AstraZeneca, già approvato da Bruxelles ma ancora in attesa di luce verde da parte della Food and Drug administration americana. Circa 10 milioni di dosi sono ‘in stallo’ nei frigoriferi statunitensi ma manca l’autorizzazione dell’amministrazione Biden all’export.

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