Si gioca nella capitale azera perché la città natale della squadra è stata distrutta. In campo quasi certamente anche El Sharawy

"Si danno per scontate troppe cose, bisogna avere grande rispetto del Qarabag per la sua storia e per quello che ha fatto. Vi assicuro che non sarà facile". Così Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, nel corso della conferenza stampa a Baku alla vigilia della gara di Champions League contro il Qarabag. Una partita contro una squadra poco conosciuta ma con una storia terribile alle spalle. Il Qarabag, infatti, gioca a Baku perché Agdam, la città azera casa natale della società (Futbol Klubu Qarabağ Ağdam) non esiste più, letteralmente rasa al suolo dagli armeni nel 1993 al termine della guerra del Nagorno Karabakh. Distruggendo Agdam, gli armeni vollero fare in modo che gli azeri non potessero più mettervi piede. Tra l'altro distrussero anche lo stadio Imarat. Il Qarabag e quello che resta di questa vicenda triste e gloriosa. Anche per questo, va rispettato.

Ma la Storia scivola sul calcio ansiogeno di oggi e a Baku si deve parlare prima di tutto di formazione… e di un possibile turnover. Il tecnico giallorosso ha detto: "Ci sono giocatori che hanno grande esperienza rispetto ad altri, ma io alleno tutti allo stesso modo. Con tante partite ravvicinate c'è bisogno di tutti". Parlando dei singoli, Di Francesco ha detto di un ritrovato El Shaarawy. "Ha fatto un percorso di crescita, nell'ultimo periodo l'ho visto veramente bene e per questo l'ho fatto giocare. Il suo è un ruolo molto dispendioso, per questo mi vedrete cambiare spesso gli esterni".

Ancora a proposito della formazione di domani, Di Francesco conferma la presenza dall'inizio di Dzeko e Kolarov. "Non so quanti giocatori cambierò. Ogni partita è insidiosa, è chiaro che tecnicamente siamo superiori al Qarabag ma quando scendi in campo servono determinate caratteristiche, senza le quali diventano difficili tutte le partite. Per questo motivo Dzeko e Kolarov partiranno dall'inizio". "Defrel? Potrebbe tranquillamente giocare di nuovo come esterno a destra, ma devo ancora decidere", ha aggiunto il mkister giallorosso. Alla domanda se la Serie A è poco allenante per la Champions e per questo le squadre italiane fanno fatica, il tecnico giallorosso ha replicato: "Non penso che la Serie A sia poco allenante, il divario esiste anche negli altri campionati dove sono sempre le stesse squadre a dominare. Sicuramente noi dobbiamo alzare ritmi e livello, ma non credo che sia questo il motivo per cui le italiane fanno fatica in Europa".

Una domanda maliziosa con risposta tanto ovvia quanto, in fondo, sincera: chi preferisco fra Dzeko o Immobile? "Sono due giocatori di grande spessore, con caratteristiche differenti, ma io mi tengo Edin che ha una presenza maggiore dentro l'area".

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