Sulla possibilità di essere chiamato in Nazionale, frena: "In questo momento non potrei farlo"

"Ancora non sono arrivato a sognare in inglese. Lasciamo sognare i nostri tifosi, dobbiamo stare concentrati e anche rilassati con gioia e allegria come facciamo nell'allenamento settimanale". Così Claudio Ranieri, allenatore del Leicester sorprendente dominatore della Premier League, racconta la grande stagione delle 'Foxes'. "Siamo come uno scalatore, non guardiamo sotto, guardiamo sempre avanti. Sappiamo che il nostro destino lo scriviamo noi", spiega il tecnico a Fox Sports per lo speciale 'Il Favoloso Leicester'. Ranieri rievoca il suo arrivo al club inglese: "All'inizio quando sono arrivato ho fatto giocare i ragazzi come erano abituati e dicevo che avrei cambiato il meno possibile. Ma poi mi accorgevo che non funzionava quindi piano piano ho cominciato a cambiare le cose e ho visto le qualità che avevano e come potevamo noi creare danni all'avversario, ad esempio giocando in verticale".

Il tecnico confessa di dire "sempre alla mia squadra, stimolandola, che siamo come la Raf (Royal Air Force), le frecce tricolori, perché andiamo sempre in verticale, così creiamo problemi agli avversari. Ogni tanto li richiamo per non fargli scordare che siamo come le frecce tricolori. Non siamo bravi a tenere il possesso di palla ma la mettiamo avanti e andiamo sempre in verticale per colpire con più facilità". Sulla linea difensiva del Leicester: "Loro sanno che non porteranno mai la linea difensiva dove voglio io, infatti spesso scherziamo quando gli faccio vedere gli highlights: dico loro che stanno sempre dietro. Vorrei che venissero più su ma devo essere bravo a gestire quello che io vorrei e quello che loro sentono e possono fare. Rispetto all'inizio sono cresciuti tantissimo e tutto il reparto così come tutta la squadra riesce a difendere meglio". Su Kantè Ranieri ha aggiunto: "E' diventato il beniamino di tutti perché è un ragazzo che non parla mai, sorride sempre, ma è inesauribile. Tutti i compagni gli vogliono un bene incredibile e quando lo vedono negli highlights che corre da tutte le parti si mettono a ridere perché è un giocatore immenso". Sull'ormai celebre pizza che ha offerto a tutta la squadra a inizio stagione, il tecnico chiarisce: "All'inizio pareggiavamo o vincevamo sempre subendo gol. Allora dissi che la prima volta che avremmo fatto 'cleen sheet' saremmo andati tutti in pizzeria. E così è stato con i ragazzi che costruivano la pizza in grandi tavoli ma poi hanno mangiato quella fatta dai pizzaioli…".

Sulla possibilità di essere chiamato in Nazionale, frena: "No. E' bello e sono orgoglioso che venga fatto il mio nome però ho toccato con mano e per il momento non è il mio lavoro. Quando ho allenato la Grecia avevo i ragazzi a disposizione solo 3, 4 giorni prima della partita e poi se ne andavano. Anche se i ragazzi italiani li conoscerei già ma ho bisogno di stare giornalmente con loro. Non parlo molto ma – aggiunge – mi piace dare dei piccoli flash ai giocatori per tenerli tutti motivati e così non ci riuscirei. In questo momento non potrei farlo". Sui primi contatti con la presidenza del Leicester, spiega: "La presidenza nel colloquio iniziale mi assicurò che qualora fossi diventato io l'allenatore mi avrebbe comprato un difensore da 7 milioni di euro. Perchè di solito è molto difficile fare un acquisto in difesa per i presidenti. L'unica domanda che mi fece il figlio del presidente era legata a una possibile retrocessione in Championship: mi chiese se fossi rimasto lo stesso alla guida della squadra. Risposi di si. Spero di restare molti anni qua". In conclusione una battuta sul Cagliari, che il tecnico romano portò in Serie A: "Tanti tanti complimenti al mio Cagliari. Lo sento ancora mio perché li la mia carriera è sbocciata, quindi complimenti a tutti, società, allenatore e giocatori".

 

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