Spagna impegnata in Macedonia, per un confronto a distanza antipasto della super sfida del Bernabeu in programma il prossimo 2 settembre

Vincere e possibilmente segnare tanti gol. E' l'obiettivo dell'Italia che questa sera alla Dacia Arena di Udine affronta il Liecthenstein in una partita valida per le qualificazioni alle Coppa del Mondo 2018. Contemporaneamente la Spagna sarà impegnata in Macedonia, per un confronto a distanza antipasto della super sfida del Bernabeu in programma il prossimo 2 settembre.
In quell'occasione si deciderà quasi certamente il destino degli Azzurri: qualificazione diretta per la Russia o l'insidia dei playoff.
"Io non penso a Spagna-Italia ma al Liecthenstein, perchè se non vinciamo domani non andremo a giocare su quella giostra a giocare la partita delle partite. Quando sarà il momento ci penseremo", ha subito messo in chiaro le cose il ct Gian Piero Ventura.

Per evitare di dover andare in Spagna con un solo risultato utile, la vittorie, come detto servirà quasi un miracolo. Recuperare il -8 di differenza reti rispetto alle Furie Rosse sarà impresa ardua anche perché il Liecthenstein difficilmente sarà la stessa squadre che subì un clamoroso rovescio lo scorso settembre contro Morata e compagni.
"Di solito a giugno è difficile che prendano tanti gol. Poi storicamente l'Italia non ha mai fatto delle goleade, le uniche quattro degli azzurri risalgono al 1926", ha ricordato ancora Ventura.
"E' vero che c'è l' obbligo di vincere con il maggior numero di gol, ma oggi a livello internazionale è difficile trovare squadre che fanno goleade. Per fare gol dovremo essere bravi", ha spiegato ancora il ct.
Proiettandosi di nuovo verso Spagna-Italia, Ventura ha ribadito: "Resto dell'idea che niente ci è precluso e di poter andare a giocare in Spagna per vincere".

Per quanto riguarda la formazione, rispetto alla gara di Nizza tornerà fra i pali Buffon, mentre in difesa Chiellini dovrebbe affiancare Bonucci. Qualche dubbio a centrocampo dopo l'infortunio di Marchisio.
Ventura ha richiamato Gagliardini ma al fianco di De Rossi ci sarà l'esordio di Pellegrini. In attacco scontate le conferme di Candreva e Insigne sulle fasce, Immobile e Belotti al centro. Proprio sull'esordio del centrocampista del Sassuolo, Ventura ha detto: "Se è stato convocato vuol dire che ha dato segnali di voler far parte di questo gruppo. E' uno dei tanti, ora sono venuti lui e Conti.
Pellegrini domani gioca, mi auguro di poter dare una possibilità anche a Conti". "Ma questo fa parte di un percorso. Ce ne saranno altri di esordienti – ha proseguito Ventura – ci sono giocatori di grande prospettiva in rampa di lancio, questa è la strada giusta". E a chi gli fa notare che forse a centrocampo la coperta è corta in prospettiva futura, il ct ha ricordato: "Non sono preoccupato in generale e non lo sono nel particolare. Abbiamo fuori Parolo, Verratti e comunque in questi dieci mesi abbiamo costruito qualcosa di importante: se faccio un elenco di giocatori sotto i 25 anni, c'è una rosa completa di gente che ha già messo piede in Nazionale". Sul suo di futuro anche dopo il primo biennio. "Si è parlato di tante cose, fra cui portare avanti questo discorso fino agli Europei. Se ci qualificheremo per i Mondiali, sono convinto potremo essere la sorpresa. La crescita mi autorizza a dire che due anni dopo saremo una delle favorite", ha concluso Ventura.

Fra i giovani che aspirano ad affermarsi in azzurro ci sono anche i vari Donnarumma, Scuffet e Meret, ma oggi il numero 1 indiscusso resta ancora Gigi Buffon, alla prima partita dopo l'infausta finale di Cardiff. "Ho l'entusiasmo di sempre, anche dopo la sconfitta della Juventus in Coppa. Nello sport ci sono vittorie e sconfitte. Gli stimoli ci sono – ha detto il capitano azzurro – altrimenti non sarei un capitano. Si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie: a Cardiff, nel pre gara, c'è stato troppo ottimismo". Adesso Buffon pensa solo alla Nazionale e alla Spagna: "Italia e Spagna si sono incontrate tante volte e la Spagna ha sofferto – ha ricordato – e noi abbiamo dimostrato di sapercela giocare". A 39 anni è inevitabile anche per un fenomeno come lui iniziare a pensare a un futuro fuori dal campo e sotto questo aspetto SuperGigi sembra avere già le idee chiare: "Mi piacerebbe allenare, ma farei più il commissario tecnico per avere meno stress".
 

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